Architettura religiosa

Il Monastero di S.Francesco di Paola

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Il Monastero di S.Francesco di Paola fu fondato verso la fine del secolo XV da Giovanni de Senatore, Arcidiacono della Cattedrale di Nicastro e Priore di S. Eufemia.Dietro l'altare maggiore si conserva l'urna che raccoglie i resti del fondatore.

Sulla lastra di marmo, la seguente epigrafe dettata dallo stesso Priore quando era ancora in vita:
Egregii Joannis de Senatoreis
Deo Rectorum Doctoris Arcidiaconi
Et Sanctae Mariae Neocastri, Prioris
Ecclesiae Sanctae Euphemiae
Apostolici Arcoliti Fundatoris
Et Dotatoris Monasteroi Sanctae
Mariae de Infirmis, In Hoc Ossa Sepulcro. 1552.
Obiit Aetatis Suae Anno 72-die XX
Vivens sibi condidit urnam istam.



Il Monastero era stato in origine intitolato a S. Maria degli Infermi. Il De Senatore, conosciuta in seguito la fama del Santo di Paola, l'offrì all'ordine dei Minimi, fondato da S. Francesco. Lo stesso fu semidistrutto dal terremoto del 1638, ma venne poco dopo riedificato, ampliato e arricchito di giardini e di una villa (è rimasto ancor oggi il nome di «villa» alla località dov'essa sorgeva).Appartenevano al monastero di S. Francesco tutti i terreni adiacenti e tuttora adibiti a orti, e quelli che si stendevano fino alla odierna Piazza Fiorentino, chiamata ancor oggi «Villa», perché vi sorgeva la villetta dei frati. Si ricordano i sedili in pietra che vi sorgevano intorno, gli alberi ombrosi, le aiuole e il viale dei pioppi, che si stendevano dai pressi del monastero a via S. Sidero e a Piazza Fiorentino. Appartenevano al monastero di S. Francesco tutti i terreni adiacenti e tuttora adibiti a orti, e quelli che si stendevano fino alla odierna Piazza Fiorentino, chiamata ancor oggi «Villa», perché vi sorgeva la villetta dei frati. Si ricordano i sedili in pietra che vi sorgevano intorno, gli alberi ombrosi, le aiuole e il viale dei pioppi, che si stendevano dai pressi del monastero a via S. Sidero e a Piazza Fiorentino.
Si conservavano quasi intatti, fino a pochi anni or sono, il pozzo del convento, nell'atrio alberato, e il refettorio, bella sala, ampia, decorosa, a volta, adibita, poi, e per molti anni, a sala delle udienze del giudice conciliatore e chiamata «Conciliazione» per antonomasia. Diventato proprietà comunale, il monastero divenne Casa del Comune e vi ebbero sede scuole, uffici d'ogni genere, pretura, asili dei poveri, ecc. La sala del refettorio conobbe anche la fama e, più, la fame delle compagnie comiche, che dilettarono i nostri padri, le melodie dei concerti sinfonici di rinomate bande musicali calabresi, e riecheggiò ancora dei canti dei nostri scolari nelle feste scolastiche e patriottiche.
conventoL'ala est del convento, oggi demolita e adattata a scuola, conservava una gran raccolta di libri antichi, fra cui certamente opere pregevolissime dei nostri frati: nessuno si curò mai di raccoglierle e andarono distrutte dalle mani incosciamente vandaliche dei nostri ragazzi. Annessa al convento era la cappella di S. Marco, sodalizio che si incaricava degli accompagnamenti funebri. Si conserva tuttora. Nella chiesa, una gran tela di S. Francesco, offerta dai fedeli al Santo Protettore, in memoria del terremoto del 28 dicembre 1908, che lasciava fortunatamente illeso l'abitato.


* Notizie tratte da " Sambiase, storia della citta e del suo territorio" cap. VIII, di E. Borrello .

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