Padre Luigi Allevato - Ordine dei Minimi

Padre  Luigi Allevato - Ordine dei MinimiTestimone dell'intelligenza della fede capace di cogliere i segni dei tempi e dei luoghi
di Filippo D'Andrea

 

Un progetto nato per caso?
Una sera di febbraio di quest'anno 2003 passando davanti alla statua di san Francesco di Paola nella omonima piazza vicino al convento dei padri minimi mi fermo un attimo per meditare guardando anche la lapide marmorea, ai piedi dell'Asceta sociale, di padre Luigi Allevato (nato a Scarcelli, provincia di Cosenza, il 18 gennaio 1928 e morto a Rio de Janiero in Brasile, il 28 settembre 1977). E, leggendo la data della morte e facendo i conti, mi accorgo che sono trascorsi precisamente 25 anni. Penso alla gioia procurabile nei cuori di tantissimi attraverso la ricostruzione della sua testimonianza cristiana e sacerdotale, giacché il ricordo è tuttora vivissimo nella comunità sambiasina, ecclesiale e civile, specialmente nelle persone dai 45 anni in poi, compreso chi scrive.

Padre Luigi, infatti, era mio professore di religione di scuola media, ed insieme al trasparente e giovanile padre Franco Carbonaro mi ha accolto in parrocchia, accompagnandomi nei miei primi passi ecclesiali, e facendomi sentire in famiglia. Immediatamente imposto la struttura del convegno, che potrebbe essere celebrato nella prossima festa di san Francesco, rendendo partecipi coloro che lo avevano conosciuto, e dopo aver proposto questo progetto alla comunità dei minimi, nella persona del suo superiore padre Giovanni Cozzolino che accetta con grande entusiasmo, inizio ad impegnare tra i collaboratori di padre Luigi le persone in grado di relazionare su suoi profili specifici: quello culturale, sociale, ecclesiale, sacerdotale e spirituale.

 

Il contesto socioculturale del tempo di padre Luigi
Penso all'indispensabilità di procedere alla ricostruzione del contesto socio-ecclesiale di Sambiase e della cultura generale degli anni '60-'70 per collocare la figura di padre Luigi in un crocevia di stimoli innovativi, riflessioni culturali, cammini di chiesa, progetti sociali sul piano nazionale ed oltre; ma anche di resistenze, chiusure, reazioni, incomprensioni, forse soprattutto sul piano locale, comunque innegabilmente anche esprimente imprevisti slanci di apertura tra i giovani avviati allo studio ed alla riflessione dal sistema scolastico nuovo che offriva un'istruzione pubblica statale a tutti.

Figure di elevata spiritualità e testimonianza cristiana sono stati in contatto stretto con padre Luigi. Si ricordano mons. Vittorio Moietta, splendida figura di vescovo, don Saverio Gatti, guida spirituale di innumerevoli giovani e professionisti nicastresi, il giudice Basilio Sposato, che frequentava la comunità cristiana in particolare il Terz'Ordine di cui fu correttore, la cui casa distante cinquanta metri con vista sulla parrocchia dalla finestra del suo studio (Filippo D'Andrea, Basilio Sposato. Modello calabrese di laicità cristiana: umiltà, sapienza e giustizia, in Calabria Ecclesia Magazine, 24 agosto 2001; Lamezia Nuova del 15.09.2001), il giovanissimo Gianni Renda che già mostrava il suo entusiasmo evangelico nei locali del Gruppo Charitas e dell'Azione Cattolica [cf. Filippo D'Andrea (a cura di), Un credente testimone nel quotidiano. Gianni Renda, Diocesi di Lamezia Terme-Commissione "Giustizia e Pace", Lamezia Terme 1998; Idem, La testimonianza esemplare nel vissuto quotidiano di Gianni Renda, in Vivarium, anno X, nn. 2-3, maggio-dicembre 2002, pp. 355-363]. Ma anche intellettuali non credenti come Urbano Caporale che a quei tempi accendeva dibattiti vivaci nei convegni preparati da padre Luigi, adesso fervido uomo di fede come ha dichiarato con passione nel suo intervento, riportato integralmente in questo volume.

I giovani degli anni '60 e '70 seguivano questo travolgente religioso pieno di nuove idee, capace di dialogare con il mondo e le nuove generazioni (si aggiornava costantemente sul mondo giovanile anche attraverso, tra altro, la rivista "Note di Pastorale Giovanile"). Era in grado di impostare una reciprocità culturale con le nuove domande di senso e sull'esistenza, nel mentre era in atto il superamento della mentalità rurale e contadina, quella di Sambiase in particolare e l'intera Calabria in generale, avviata velocemente verso la società del terziariato e massmediale.
Certamente padre Luigi aveva molto ricevuto dal Concilio Ecumenico Vaticano II come rinnovamento teologico, pastorale, liturgico, di coscienza di Chiesa in genere. Basta leggere la dispensa del Corso di cultura religiosa intitolato "Dialogo di Dio con l'uomo" per l'Azione Cattolica nell'anno pastorale 1967-1968, o quella del Corso Biblico (ambedue scritte da Lui e con la prefazione datata 1 marzo 1968). Ma non si può assolutamente negare che possedeva una straordinaria personalità, che gli aveva consentito di cogliere ed assumere profondamente ed a pieno i contenuti "rivoluzionari" di quello straordinario momento della storia della Chiesa universale: disponibile alle nuove metodologie dell'evangelizzazione, col dono di un'intelligenza aperta alla ricerca di cammini di Chiesa più incarnanti, forte nell'intuizione, con la rara virtù di saper leggere nell'animo umano, preziosissima per il pastore di anime che debbono vivere il loro corpo dentro il corpo di una storia e cultura particolarmente conflittuali sul terreno dell'etica e dello spirito vocati a guidare la persona integrale nella concretezza quotidiana.

 

Un metodo "umano" valorizzando tutti e tutto
Con la convinzione che

"gli uomini che non fanno niente si stancano di tutto",

come scrisse su una immaginetta sacra, aveva il metodo di valorizzare tutti impegnandoli in iniziative di evangelizzazione attraverso iniziative sociali, culturali e ricreative, coinvolgendo tutto il paese anche i cosiddetti "lontani". Tantissimi possono raccontare tanto. Alcuni ricordi personali: mi impegnò a fare conversazione di lingua inglese, io cresciuto in Australia, nei corsi serali; volle costituire un duetto musicale con me, lui con la fisarmonica ed io con la chitarra, per allietare momenti ricreativi nella parrocchia. Prima di partire in Brasile mi lasciò tanti spartiti musicali e testi di canzoni di quegli anni, che conservo gelosamente insieme al disegno raffigurante un vecchio re seduto sul trono con in mano il globo terrestre, come vedevo Dio da fanciullo di scuola media, con cui mi fece partecipare ad un concorso di pittura promosso da una rivista nazionale, che mi venne pubblicato con mia grande sorpresa e gioia.

Un altro suo convincimento che scrisse in una missiva indirizzata al Padre generale del suo Ordine in prossimità del Natale del 1976 era che

"ogni sforzo umano onesto per andare a Dio è valido".

Si può interpretare, senza troppi sforzi, che aveva il convincimento che l'uomo ha in sé il desiderio sincero di Dio, che deve essere rispettato e considerato a prescindere dalla misura in quantità e qualità dell'impegno. Vi sono genuine risonanze evangeliche.

Valorizzava tutti anche rispetto alla capacità di cogliere bene, appunto, il valore di ciascuno, a cominciare dai suoi confratelli religiosi. Infatti scrive nella suddetta lettera: "P. Costantino è un padre meraviglioso, pieno di entusiasmo con un metodo efficace di apostolato, che penso, migliore non l'avreste potuto mandare, l'unica pena che non è venuto prima. Fra Paolo è di una bontà non eguale, si rende simpatico alla gente, specialmente quando parla la sua lingua italo-spagnolo-brasiliana" (Lettera del Natale del 1976).

Francesco di Paola: "un ponte a Dio"
San Francesco di Paola, fondatore del suo Ordine e ispiratore della sua vocazione, costituisce "un ponte a Dio" e per gli emigrati calabresi in Brasile consente anche di tener vivo il rapporto, nostalgico e drammatico, con la terra di origine, abbondando nel conforto (Lettera del Natale del 1976).
Vivo era in padre Luigi la consapevolezza di purificare la pietà popolare intrisa di elementi pagani ed estranei alla dottrina cristiana. Nella suddetta Lettera afferma: "Il popolo brasiliano è profondamente religioso anche se non molto istruito e quindi superstizioso" (Ibidem).
Secondo padre Luigi il Santo calabrese, perno della fede popolare, se compreso correttamente attraverso l'intelligenza evangelica, consente di fare discernimento nella stessa dimensione di religiosità collettiva per la maturazione di una fede adulta. Il grande patrimonio di studi degli ultimi decenni sulla figura e la spiritualità del nostro fondatore, confluito nella maniera più completa e sistematica e con approfondimenti magistrali ed originali nel poderoso volume Il carisma penitenziale di S. Francesco di Paola e dell'Ordine dei Minimi. Storia e spiritualità (Curia Generalizia dell'ordine dei Minimi, Roma 2000) del correttore generale padre Giuseppe Morosini, è di estrema importanza come fonte-criterio di laboratorio spirituale e teologico per una radicale opera di discernimento culturale-religioso.

"Chi non vive come pensa, finisce col pensare come vive".
Anche qui si rivela la consapevolezza che il sapere apre all'autentica fede incarnata: la cultura aiuta la fede ad essere più pura. Il pensare guida la testimonianza. Scrisse sul retro di alcune immaginette sacre:

"Chi non vive come pensa, finisce col pensare come vive".

Si incrocia con una espressione di mons. Vittorio Moietta, suo vescovo nei primissimi anni di ministero a Sambiase: "Il cristiano di oggi deve essere un capolavoro formato con pazienza ed intelligenza. Non può essere uno cresciuto nella massa e nella tradizione" (Pensieri, La Modernissima. Nicastro s.d. p. 16).

Un'intelligenza di fede, però, coltivata nell'amore:


"Tutta la santità consiste nell'amore, tutto l'amore consiste nel fare la volontà di Dio",

ed ispirata alla semplicità di Francesco d'Assisi, passando dall'Asceta sociale:

"Fare sempre del bene, del male mai a nessuno".


Oltre la solitudine: donarsi per costruire storia nuova in Calabria

Un amore che si misura decisamente nella concretezza operosa:

"Riducete la vostra vita all'indicativo e all'imperativo, non si fa nulla col condizionale",

Padre Luigi intendeva il credente, a maggior ragione minimo della carità sociale, "costruttore di storia", per usare una formulazione che, dopo un quarto di secolo, ci consegnerà l'episcopato italiano (CEI, Chiesa Italiana e Mezzogiorno. Sviluppo nella solidarietà, 18.10.1989, 29). Sembra che abbia conversato con Franco Costabile (Sambiase 1924-Roma 1965), poeta suo contemporaneo, autore de La rosa nel bicchiere, tra le massime opere del neorealismo letterario del novecento italiano, la cui abitazione è a due minuti dal convento dei frati minimi, che medita così in una sua splendida lirica:

"… Ecco,
io e te, Meridione,
dobbiamo parlarci una volta,
ragionare davvero con calma,
da soli,
senza raccontarci fantasie
sulla nostre contrade.
Noi dobbiamo deciderci
con questo cuore troppo cantastorie"

(Noi dobbiamo deciderci in La rosa nel bicchiere ed altre poesie, Qualecultura, Vibo Valentia 1985, p. 101).

Due anni prima che Franco Costabile si suicidasse, nella più lacerante solitudine, a Roma dove errava "con passo da soldato sconfitto", come scrive in un'altra poesia sul suo impatto con Roma, padre Luigi appunta su un ennesimo santino rivolgendosi ad una sua figlia spirituale:

"Non essere compresa è ben vivo dolore, sapere che Dio comprende è gioia più viva di tutti i dolori".

Ed il 21.6.1970 aggiunge:

"Donare significa gettare un ponte sull'abisso della solitudine".

L'animo del Poeta lametino tocca le profondità dell'anima calabrese e ne è voce con trasparente verità, e padre Luigi lavorava in Calabria spiritualmente e culturalmente su questa drammatica e meravigliosa arcata tra solitudine dell'esserci e la comunione fraterna in Dio Padre.

"Il più grande esploratore di questa terra
non fa viaggi più lunghi
di colui che scende in fondo al proprio cuore
e si china sui suoi abissi,
dove il volto di Dio
si specchia tra le stelle".

(Sul retro di un santino, Pasqua 1963)


La presenza e l'impegno di questo Pastore illuminato e orante è stato un dono celeste: come un tenero padre che prende in braccio i suoi figli feriti.

Le coordinate santificanti: carità e cultura
Cultura come nutrimento intellettuale per uno sguardo profetico e come illuminazione esistenziale quotidiana; carità nelle due dinamiche di amore interiore e sentito ed amore donato ed impegnato: i due sentieri che padre Luigi indicava per la salvezza umana, sociale e divina della singola persona e della comunità cristiana di Sambiase.
Una spiritualità minima sul percorso di sviluppo del suo carisma, superando un pregiudizio quasi generale di un modo di interpretare il nucleo originario di una fede praticata senza la indispensabile dignità del discernimento alto provocato da una intelligenza viva, istruita, sapiente, aperta al dialogo, che significa maturare una fede pensata e una intelligenza cristiana che fa crescere nella santità di vita per una testimonianza illuminante nel contesto della contemporaneità e nella trasparente significanza dell'Evangelo.
Padre Luigi ha fatto capire con le sue parole ed il suo impegno che il carisma minimo ha in sé la virtù della semplicità evangelica non della semplicioneria ignorante, ed è imperneato sulla carità illuminata da Dio illuminante l'esistenza cristiana, facendo cogliere il senso liberante dell'agire.
Convincimenti che vengono espressi con determinazione e coraggio anche da laici della comunità parrocchiale come il giudice Basilio Sposato che nella relazione del 25° di fondazione della fraternità dei laici minimi di Sambiase così dice: Ma come possiamo sperare di svolgere un proficuo apostolato se noi stessi siamo del tutto digiuno di scienza religiosa" (Relazione del 20.10.1965).
Giovanni Paolo II nella esortazione apostolica postsinodale Christifedeles laici afferma con radicalità teologica che "una fede che non diventa cultura è una fede - non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta -" (n. 42; cf CEI, Chiesa italiana e Mezzogiorno. Sviluppo nella solidarietà, n. 29).

 

Conclusioni
Un grazie al correttore generale dell'ordine dei minimi padre Giuseppe Morosini per aver presieduto il convegno dell'1 giugno 2003; a padre Michele Serpe, compagno di scuola di padre Luigi che ha toccato il periodo di formazione in seminario, fucina di verifica e irrobustimento della sua vocazione religiosa; a mons. Armando Augello docente all'Istituto Teologico Calabro "San Pio X", che sacerdote novello, andava a confessarsi dal Padre minimo, a cui è stato chiesto di tracciare il contesto socio-ecclesiale del tempo; al prof. Urbano Caporale, che spesso, come già detto, quando ancora non credente sfidava padre Luigi in serrati dibattiti pubblici, ai suoi collaboratori: il dr. Giuseppe Maione, la prof.ssa Angela Morabito che hanno trattato l'aspetto sociale e culturale. Si ringraziano anche coloro che hanno voluto spontaneamente offrire un contributo scritto in aggiunta alle testimonianze presentate nel convegno (Eugenio e Luciano Rocca, Nicola Bruzzano), e chi ha messo a disposizione foto, santini che padre Luigi soleva donare con intenzioni mirate e scritte sul retro: Raffaele Caparello, Ciccio Averta, Enzo Scalise, Lina Caporale, Lina Porchia, Carmelina Ruberto, Raffaele Augello. Un ringraziamento a padre Paolo Ramponi, responsabile dell'Archivio Generalizio, che ha messo a disposizione i dati della cartella personale di Padre Luigi Allevato.
In questo volume si inseriscono anche le testimonianze di Domenico Enrico Massimo, Lina Mercuri, Tonino Mamertino, Angela Morabito apparse sul Giornale della Comunità Parrocchiale "S. Francesco di Paola" di Lamezia Terme Sambiase, così pure le due suddette dispense che scrisse padre Luigi per la formazione cristiana della comunità.

Le conclusioni di questa introduzione le consegno allo stesso padre Luigi che, nel 1963, scrisse questo pensiero volante, colto come sigillo della sua esistenza donata:

"L'ideale di questa vita
è preparare l'altra".