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Come nasce una favola

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COME NASCE UNA FAVOLA

 

di Francesco Gaspare La Scala

" Nu ped'alivi chi teni armenu mill'anni. Ull'abbrazzanu cinqua pirsuni. E cci n' di shu nnu cintinaru alli pedi d'a muntagna i Shanta 'Lia."

...Questo mi comunica improvvisamente stasera l'amico Giuseppe Ruberto , storico e sensibile conoscitore del nostro territorio, inviandomi una foto di uno di questi patriarchi vegetali sambiasini. Mi dice che rientrano quasi tutti negli ex possedimenti della vecchia e misteriosa Abbazia dei S.S. Quaranta Martiri. Ne rimango entusiasta: Giuseppe conosce anche la storia dei nostri alberi più insigni! Si insigni, perché potrebbero conferirci lustro come e più dei nostri stessi personaggi noti per meriti letterari o politici, ma non sono considerati tali da nessuno. Un patrimonio storico e biologico immenso totalmente dimenticato che viene lasciato alla incuria più irresponsabile e al rischio della distruzione mentre si finanziano iniziative inutili e giullaresche come la celebrazioni del 50mo della fondazione di Lamezia.

L'arco voltaico-telepatico tra Giuseppe e me è immediato. Facciamo subito qualcosa di concreto. Lanciamo il progetto di censire, uno per uno, questi monumenti biologici, di catalogarne la posizione, di perimetrarne il territorio, di individuarli tutti con un nome e di farli adottare per la cura e la conservazione ad enti, associazioni e privati del territorio. Sarebbe il caso, dopo il censimento , di dichiarare Parco la zona che li ospita e di denominarla : " Parco degli ulivi millenari dei S.S. Quaranta Martiri" . Solo a guardarli e ad esplorarne le contorsioni, questi giganti suggeriscono ognuno immagini di antiche sculture, storie della loro messa a dimora forse da monaci basiliani se non da antecedenti e ben più antichi abitanti del nostro territorio, favole e poesie intorno alla loro lunga vita. Sono ancora fra noi dopo più di un millennio, questi alberi padri, e sono il collegamento vivente diretto con il nostro passato. Rappresentano una continuità biologica e storica preziosissima intorno a cui potrebbero essere condotti in futuro studi di capitale importanza scientifica. Rappresentano inoltre una fonte inesauribile di ispirazione poetica. Non possiamo ignorarli se non desideriamo ignorare noi stessi, ci siamo detti. E così, quasi impercettibilmente, si è disegnata intorno a noi una nuova favola: " Iniziare da questi nostri vecchissimi amici a caratterizzare storicamente e biologicamente la nostra Piana e i nostri dintorni per creare le basi di un futuro agro-alimentare consapevole delle proprie radici arcaiche e delle proprie caratteristiche di eccellenza". Crediamo che l'Associazione Sambiase possa costituire l'adatto presidio organizzativo per realizzare il progetto di censimento di queste essenze arboree uniche, con la collaborazione di esperti del nostro territorio che hanno già offerto la loro preziosa opera in precedenti progetti esplorativi apportando un bagaglio notevole di nuove conoscenze storiche e topografiche. È un sogno possibile. Noi dobbiamo crederci e realizzarlo.

In data 7 aprile 2018, ore 06:36