Tra il religioso ed il Folclore

PREFAZIONE al libro Sambiase, archivi e dintorni

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PREFAZIONE al libro Sambiase, archivi e dintorni

di Francesco Gaspare La Scala

 

La prima percezione concreta della Storia credo di averla avuta da ragazzino quando mi capitarono per le mani, in Contrada Elemosina durante la raccolte delle olive, alcuni "ostrakon” di creta ricoperti da una levigatissima vernice nera. Quei frammenti non erano ricomponibili ma, in quel preciso momento, si ricompose nella mia mente il primo nucleo aurorale di Storia vera del nostro territorio che mi spinse a ricercare, nei dintorni di S. Eufemia Vetere, altri misteriosi reperti antichi. Non trovai molto oltre ad altri cocci verniciati, ma mi rimase la forte passione per lo studio della Storia ed in particolare per lo studio della Storia nostra.

Qualche tempo dopo lessi, tutto d'un fiato, il libro del Prof. Enrico Borrello su Sambiase in cui trovai la trattazione puntuale delle problematiche storiche salienti riguardanti la nostra zona. Ne trassi un grande entusiasmo che mi portò a studiare, insieme a mio fratello Benito, il Rohlfs e ad approdare in una lunga serie di ricerche etimologiche su onomastica e toponomastica dei nostri luoghi e sul nostro dialetto. Intuivo però che, a parte i cenni del Prof. Borrello, si profilava un deficit importante di notizie e documentazione originale sulla Storia locale dal 400 a.c. fino al XX secolo. Mi convinsi che sarebbe stato proprio impossibile imbastire e portare a termine una ricerca così approfondita e vasta, pensando alla titanicita' dello sforzo necessario. Mi ero quasi totalmente rassegnato a questa idea di impotenza quando lessi sulla Rivista Storicitta' uno dei primi articoli di Giuseppe Ruberto. Pensai ad un fatto episodico, ma restai colpito dal suo originale lessico (cabreo, catasto onciario, grancia, etc.) e soprattutto dall'apparato di note riferentesi a ricerche su archivi locali, nazionali, notarili, giudiziari, curiali ed ecclesiastici. Tutti documenti originali, pensai, mai compulsati, mai valutati e mai coordinati per intessere una Storia obiettiva delle nostre vicende territoriali. Seguendo i successivi articoli pubblicati da Giuseppe Ruberto su Storicitta', mi resi conto che l'ampiezza e la profondità delle ricerche storiche da Lui effettuate era inusuale e che, con molta probabilità, era una delle poche persone competenti, se non forse l'unica, in grado di poter tracciare la mappa completa degli archivi e delle collocazioni di gran parte dei documenti storici originali interessanti il nostro territorio. Mi si rese anche immediatamente evidente come fosse stata ardua la decifrazione dei reperti documentari da cui erano tratti gli scritti, avendo osservato le grafie impenetrabili adottate nelle varie epoche da notai e scrivani. Dalla progressiva lettura dei suoi articoli andava emergendo, quindi, che l'opera titanica di colmare l'enorme lacuna di Storia nostra era stata intrapresa con coraggio e determinazione da una persona altamente formata dall'esperienza sul campo fuori dall'accademia e che, tra l'altro, era sospinta da tanta ed intensa passione, da finanziare tutta questa enorme attività di ricerca, comportante viaggi, soggiorni, tempi di studio e spese di documentazione, esclusivamente con proprie risorse. Era anche chiaro che tutti i fatti storici pubblicati non potevano essere frutto di interpolazioni librarie prive di basi documentarie o di pure opinioni riportate. Dal complesso dei saggi storici pubblicati si percepiva come il rigore metodologico nella ricerca fosse sempre stato il principio guida da Lui adottato: documenti originali e non manipolati, scelta degli argomenti da indagare effettuata sulla base di una precisa e dettagliata conoscenza del territorio e di una diretta consapevolezza dei contorni socio-culturali ed antropologici della comunità oggetto di studio. Ne è scaturita una selezione di fatti caratterizzanti trattati con equilibrio ed imparzialità nei suoi articoli presenti in questa prima raccolta. Mettendo in atto gli insegnamenti del filosofo e storico Eugenio Garin, Giuseppe Ruberto ha privilegiato, con decisione, la Storia concreta e rugosa che nasce dai fatti conflagranti, lontana da ogni condizionamento ideologico e da ogni concessione preconcettuale , preferendo intuitivamente una "Historia Rerum" alla "Res Gestae" e scolpendo la realtà con le descrizioni vive di scenari in cui, senza alcun motivo razionalmente spiegabile, la ragione del Krathos ha prevalso sulla ragione dell'Ethos e viceversa. Ma il pregio più grande di Giuseppe Ruberto come storico ricercatore e divulgatore è quello di aver voluto procedere, con la massima abnegazione e determinazione, su di una strada impervia che vuole la Storia locale collocata a margine ed ininfluente nei confronti della Grande Storia. Egli ha invece coraggiosamente affermato il principio che sono proprio le somme dei fatti e misfatti, cosiddetti ininfluenti, che ripetendosi e cumulandosi su territori diversi generano i grandi eventi storici. La dimostrazione che questo suo concetto è valido sul piano della scienza storica è ravvisabile nella macroscopica situazione di disagio e di mancato sviluppo di tutto il Mezzogiorno, rispetto al Centro Nord, che pone gravi problemi a tutta la nazione e alla stessa Unione Europea; nel fatto che la Calabria abbia dato origine ad una organizzazione criminale oggi tra le più temibili nel mondo che è potenzialmente in grado di deviare anche la Grande Storia. Infine, la consapevolezza delle dinamiche di storia locale veritiera, caratterizzate da confluenze ricorrenti, in varie epoche, di interessi tra criminalità e galantuomini, presenta un'eco non smentibile nelle attuali rinvigorite connivenze tra politica e malaffare che mirano a soffocare ogni più flebile speranza di riscatto. Ultimamente anche il flusso migratorio di giovani, di nuovo in partenza dai nostri territori, conferisce allo sforzo di ricerca storica di Giuseppe Ruberto un crisma di ammonimento e di penetrazione ex ante degli stessi eventi futuri. Le sue qualità umane, posso affermarlo dopo averlo ben conosciuto, compendiano le stesse caratteristiche della sua ricerca storica. Umile, concreto, schivo e lontano da ogni ricerca di notorietà, specialmente dai cenacoli dove si magnificano, immancabilmente a gomitate, primi violini e tromboni privi di ogni sostanza etica. Alla propensione in favore del bene della comunità unisce un sistematico, anglosassone “understatement", una nobile albagìa in un regime di costante e salutare autoironia, preferendo i semplici lavori agresti e la pace della campagna ai clamori dei petulanti in cerca perenne di promozione sociale. È notevole la sua inclinazione umana al minimo impatto, che è anche garanzia massima di uguale tendenza nel limitare l'imposizione di angolature proprie sulla ricerca storica. Così com’è indefettibile la sua ferrea determinazione e profonda la sua passione per la Storia. Sono certo che il suo enorme archivio documentario e fotografico, accumulato in decenni di ricerche, non menzionato e non valorizzato da chi è invece occupato a promuovere e finanziare ipotesi di ricerche storiche di scadente valore scientifico, perfino devianti rispetto alla pura logica, verrà presto assunto come patrimonio storico irrinunciabile della nostra comunità e reso fruibile a tutti i seri ricercatori storici che vorranno utilizzarlo. Lui stesso, avvertendo sensibilmente l'assenza di un punto di riferimento che raccogliesse le testimonianze storico-culturali di Sambiase e ne custodisse l'identità, ha fondato, finanziandolo di persona, il sito web Sambiase.com che è, ormai da anni, attivo e consente l'accesso libero a chiunque desideri informarsi e documentarsi sulla nostra Storia. Come amico gli sono molto vicino condividendone pienamente lo stile esemplare di vita e di moralità. Sono compiaciuto infine dal fatto che, attraverso questi suoi scritti, letti da moltissimi per via del coinvolgimento personale e familiare che inevitabilmente comportano, sia riuscito a smentire il noto aforisma di A. Dumas padre in cui sosteneva che la "Storia è letta soltanto dagli storici quando correggono le proprie bozze". Giuseppe Ruberto ha altri scritti da pubblicare che forniranno nuovi e originali spaccati della nostra realtà di altri tempi e spunti insostituibili per le nostre riflessioni sul futuro che andiamo costruendo. Mi sento di augurare al nostro Storico di poter serenamente continuare a lavorare concretamente e a lungo per il bene della nostra comunità ancora bisognosa di lumi per le sfide cruciali che lo attendono.

Todi, addì 31 luglio 2017