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Alla ricerca dei termini spariti

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sambiase1 1905

 Alla ricerca dei termini spariti

"ZULLU" - "ZUMBULLARI"  - "ASSALLUPARI"

 

di Francesco Gaspare Lascala

Accade talvolta che la ricerca di un etimo inafferrabile conduca sui confini della poesia. Una scalata senza appigli, un tonfo solenne, un risveglio nell'Arcadia e un vecchio sileno della Piana, avvolto da argentini e queruli gracidìi di "scaravocchia", che ti sputa nocciòli di ciliegie addosso dicendo: " Amicu mia, a vita è sulu nu zullu!" In effetti, la vita è un continuo andare insieme, trasportati da qualcosa o da qualcuno, fino all'epilogo. E inizia nel grembo di una madre che ti reca amorevolmente con lei. Per gli antichi greci, "portare in grembo" si rendeva con il termine "συλλαμβάνω - sullambàno" che esprimeva anche il senso dell'intimo cammino insieme: la forza espressiva del lemma è tutta contenuta nel preberbo " συλλ-sull" che imprime l'idea del movimento fatto per mezzo di qualcosa o con l'aiuto di qualcun'altro.

Tutti ricordiamo che da bambini "u zullu" era l'essere trasportati sulle spalle di un compagno o di un adulto o l'approfittare della fugace disponibilità di un mezzo qualsiasi di trasporto (carretta, carro, camion) afferrandovisi dietro per un breve tratto. Più ambito di tutti era " u zullu supra u cudursu d'u ciucciu", quando, da piccoli, si veniva issati, a cavallo, quasi sulla coda dell'asino. A tutti noi, piccoli Sambiasini, era chiarissimo che " u zullu" era concepibile solo con la complicità di altro o di altri e, inconsapevolmente lo esprimevamo trattenendo, chissà attraverso quali secolari processi linguistici, solo il preverbo "συλλ- sull" di " συλλαμβάνω ". Ma questo verbo antico è , secondo me, presente nel nostro dialetto anche sotto altre forme.
Come tutti i verbi greci, "συλλαμβάνω " ha molti significati utili come quello di "caricare, porre in carico etc.. anche in maniera sbrigativa o furbesca" che è precisamente ciò che noi intendiamo quando diciamo ad esempio " cc'ha zumbullatu nu strappiallu 'i castagni mucati ". Ho notato che il nostro "zumbullari" ci è forse pervenuto mediante una semplice metàtesi qualitativa che ha invertito l'ordine delle sillabe " λαμ-βα (lam-ba)" in " μβα-λα (mba-la) trasformando il verbo " sullambàno - συλλαμβάνω" in "zumbullari ".
Che dire poi del nostro termine "assallupari"? " Assallupati d'a malatìa du fhigghju", " Assallupati ppi llu micidu d'u patri". Per noi significa "essere carichi , riempirsi , colmarsi , farsi carico del dolore di altri e per altri. Deriva, anche questo nostro termine dialettale direttamente da verbo greco "συλλυπέω - sullupèo" che veicola identici significati ( condolersi, farsi carico del dolore altrui, etc..) e anche questo termine poggia fortemente sul preverbo "συλλ" ( insieme) .E ci suggerisce che il dolore deve essere vissuto insieme e che perfino le sofferenze possono offrirci "nu zullu" per diventare migliori.
In data 30/05/18

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