Cenni storici
Il terremoto del 1905 a Nicastro, Sambiase e Martirano nelle cronache del tempo
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di Antonio Raffaele
Alle ore 2.45 dell'8 settembre 1905 un rovino terremoto sconvolse la Calabria . Ancora una volta questo flagello naturale, che tanta distruzione in passato aveva già arrecato alle nostre contrade, provocò morte e desolazione, ed i circondari di Nicastro e di Monteleone furono le aree più colpite. Si registrarono oltre 550 vittime, 2615 feriti, e la distruzione di interi paesi quali Zammarò, Parghelia, Piscopio, Stefanaconi e Martirano.
Attraverso i giornali dell'epoca, è possibile ricostruire non solo gli eventi ma i particolari stati d'animo della popolazione che solo grazie al contributo dell'intera nazione poté superare la difficile prova.
La Nuova Stampa diretta dal cav. Vittorio Nicotera così descriveva il disastro: «S. Eufemia Biforcazione: appena avvertita la prima scossa, il personale, le donne, i bambini in numero di 300 circa, si sono riversati semivestiti fra i binari, spaventati e strazianti, con pericolo di essere investiti dalle locomotive manovranti. II capostazione Armocida Vincenzo fece ogni sforzo per calmarli e li fece ricoverare nei carri bestiame che si trovavano, dandosi a visitare tutti i locali di quella stazione che riscontrò tutti lesionati specie nell'interno, molti gravi e uno pericolante. Si apprese che la stazione limitrofa di S. Eufemia Marina trovavasi in condizioni gravissime e diversi agenti feriti. Il capostazione Vincenzo si recò li e vi trovò il reggente di quella stazione ed altri del personale feriti e apprestò le prime cure. Prodigò uguale soccorso a due bambine figlie di un contadino morto perché schiacciato da un trave mentre dormiva. Nella stazione di S. Eufemia Biforcazione vi è una colonna di trenta carri bestiame. adibiti ad uso di alloggio, e là, quei poveri agenti, stanchi dal prolungato e faticoso servizio notturno, assistono le mogli che cucinano tra le grida strepitose di un'infinità di bambini.
Il treno Reale, il giorno11, preceduto da un treno staffetta, e giunto a S. Eufemia Biforcazione alle ore 6.07 e partiva alle 6.18, durante il quale S.M. si è trattenuto a conversare con le Autorità Catanzaresi e Nicastresi recatisi per salutare S.M.
Martedì 15 alle ore 12 proveniente da Conflenti giunse il Re a Martirano accompagnato dai generali Brusati e Di Maio, era a cavallo ed indossava la divisa di Generale, fu ricevuto dal Vescovo Mons. Regine, dal Presidente Berardelli, dal prof. Carmelo Ànania e dagli avvocati Caligiuri e Marasco. Gli abitanti superstiti con le lacrime agli occhi lo accolsero gridando: benvenuto! ed invocavano soccorso. II Re guidato dal Vescovo visitò tutte le rovine, la cattedrale, la pretura, la caserma dei carabinieri e la contrada Verdesca, ove rimasero sepolte sotto le macerie centinaia di persone. Volle vedere le rovine della stanza ove una fanciulla di 13 anni figlia del Berardelli salvò dalla morte l'intera famiglia che dormiva.
Volle visitare i feriti ricoverati sotto tende e curati dai medici militari. Segui il discorso dei prof. Anania: Maestà, la vostra augusta presenza ha sollevato in così generale sventura l'animo dei calabresi. I quali unanimi rendono vive azioni di grazie. Perenne o Sire, resterà fra noi il ricordo di tale visita, come perenne è rimasta nella mente dei cittadini di Casamicciola la generosità del Vostro Augusto genitore».
Il Re commosso gli strinse affettuosamente la mano, poi montato a cavallo riparti per Conflenti, mentre la folla gridava: Viva il Re buono e generoso, viva il padre degli afflitti!
Appena giunto a Sambiase l’annuncio dello sfacelo di Martirano, parecchi giovani raccolsero L. 75,00 e le spedirono a quel sindaco. In un primo momento si era creduto che Nicastro fosse rimasta incolume dal terremoto poiché non era stata segnalata nessuna vittima e nessuna abitazione era crollata nel momento del sisma. Ma da ispezioni accurate si verificarono non lievi e pochi danni: vi furono 160 fabbricati crollanti, 30 da abbattere e tutto il resto lesionati, se ne calcolò un danno pari ad oltre mezzo milione facente parte dell'enorme cifra di 80.000.000 di sfacelo per la intera nostra regione. «Evviva il Re! Si viva Vittorio Emanuele III, il sovrano caritatevole, il magnanimo Sire che non teme di esporsi a pericoli fra muri crollanti, affrontando disagi su disagi per accorrere a lenire dolori e miserie delle nostre terre infelicemente distrutte e prive di tutto.
Viva il Re! Con queste parole esclamava riconoscente ed affettuosa la nostra popolazione accorsa in via Conforti, al suo ritorno da Martirano il giorno 15 andante alle ore 3 p.m., ed egli sempre commosso rispondeva salutando gentilmente e sorridente a tutti. Vicino al palazzo Gregoraci l'automobile sostò, ed il Re rivolse la parola in dialetto napoletano, per farsi capire dalla folla, al Capitano dei RR.CC., unica autorità che si credette nel dovere di ossequiare S Maestà, il quale «avrebbe certamente e con piacere traversato la città se i nostri benemeriti amministratori si fossero degnati di fare almeno atto di presenza! Lodiamo il sindaco titolare, che alla sua età, sfidando i disagi, nella notte, si portò in S. Eufemia a salutare il Re. Nicastro chiede scusa e perdono al suo Magnanimo Sire, se causa il far comodo dei signori amministratori, non fece verso Lui il suo dovere. e si mise in tal modo al di sotto di tutte le località dal re visitate, assicurando S. Maestà che, per questo fatto. un profondo cordoglio rimarrà nel cuore, esasperato di tutti i nicastresi che tanto amano la Casa Savoia».
Un violento temporale si scatenò alle 5 del 20 settembre, tutti rimasero sorpresi dall'acquazzone poiché ancora si dormiva sotto le tende ed un fuggi fuggi si produsse, col bagno completo dei materassi, coperte e lenzuola. Malgrado il terremoto, a Bella la festa riuscì bene ed il pulpito fu tenuto dal Rev. Padre Daniele.
In Nicastro si è impiantato un deposito di generi alimentari per soccorrere tutti i paesi danneggiati; la direzione fu affidata al cittadino Antonio Gargano. II terremoto devastò l'aula per l'Assise del tribunale, benché i lavori fossero stati collaudati dall'Assessore comunale, rovinò anche il ponte del Timpone, adibito solo a passaggio di pedoni spezzandosi nel mezzo. Giunse a Nicastro il Cardinale Portanova, che visitò molti paesi colpiti dal disastro, apportando la sua opera benefattrice, e continuò il suo giro per la nostra diocesi perché de visu constatasse i danni e provvedesse ai più immediati bisogni.
In molte città si costituirono Comitati pro Calabria e pro terremotati, ad esempio il comitato bolognese costruì baracche a Piane Crati, il Comitato Milanese invece esplicò la sua opera a Martirano, infatti apprendiamo che: Di questi giorni il comitato milanese continua ad esplicare la sua larga carità sui luoghi più colpiti dal disastro. Una parte del comitato si trova a Martirano con un abbondante stocco di legname e con una squadra di 15 carpentieri.
Anche la ditta Mele di Napoli portò in Calabria cinque carri di masserizie, due destinati a Nicastro e due a Catanzaro e distribuì quello destinato al circondario di Monteleone insieme ad una somma di £ 4.000. Fu ospitato in casa dei Signori Cardamone il benemerito industriale Cav. Alfonso Mele, proprietario in Napoli dei Magazzini italiani, Egli dopo aver visitato con la commissione per i paesi danneggiati del circondario di Monteleone elargendo denaro, vestimenti, coperte, biancheria, si portò in Maida, Jacurso, Cortale e poi Martirano.
Il giorno 2 ottobre giunse alle 7.40 col treno S.E. Aprile Finocchiaro, ricevuto dalle autorità politiche e giudiziarie si portò insieme all'onorevole Ventura in casa della Sig.ra Vittoria De Medici, visitò i pubblici edifici crollanti per riferire e provvedersi dal Governo. Per telegramma di S.E. il ministro della Pubblica Istruzione, gli esami di riparazione della sessione autunnale furono rimandati ad epoca da fissarsi. L'amministrazione della nostra Banca Cooperativa elargì L. 500 a favore dei danneggiati del terremoto.
In Gizzeria il nostro Maggiore Comandante di zona di Nicastro, Cav. Carlo Cacace, diresse i lavori di baraccamento con criteri igienici, fino a provvedere quel comune di una conduttura delle acque, inoltre s'impiantò pure un servizio telefonico da Gizzeria a Sambiase. A Lui si deve il modello di baracca per ufficio-postale-telegrafico in Soveria, costato £ 285, incluso il pagamento del legname. Arrivò a Sambiase l'ingegnere del genio civile di Firenze, il Sig. Francesco Brancaccio, il quale coadiuvato dal perito tecnico comunale, Sig. Francesco D'Audino, ispezionò i fabbricati che subirono danni dal terremoto. Un contributo importante fu fornito dai militari: Lodiamo l'opera solerte dei militari. si deve a loro il pronto salvataggio, e il disseppellimento dei cadaveri, la cura dei feriti. Ed a loro il continuo lavorio per poter assicurare ai superstiti una dimora igienica, salubre e per quanto possibile, comoda e sicura. Così come a Martirano, é venuta la volta di Gizzeria minacciata da una frana che sempre più si allarga e cammina e che da un istante all'altro, potrebbe provocare un disastro da Cosamicciola».
Due dame giunsero in Nicastro per ordine di S.A.R la Principessa Letizia: devono essere da tutti benedette per la loro opera solerte per il loro cuore bennato e caritatevole. Le quali doti han dato e danno aiuto alle nostre contrade. Esse furono ricevute dalla illustrissima Signora Cupido, moglie del nostro Sottoprefetto, e si misero subito in giro per raccogliere dei bambini, menaron via cinque, ed altre destinarono a partire,fra le oltre le sorelle Vigna per le quali autorità provvederanno per la destinazione a Torino. Il 23 ottobre si recarono a Castiglione Marittimo il Comm.Avv. Salvatore Renda, ed il Cav. Avv. Giovanni Scalfaro per parte del Comitato Provinciale pro danneggiati dal terremoto.
Furono ricevuti dal sindaco Spinelli, dall'arciprete Arcuri e dal Comitato Locale. Viste le rovine di quel paese lasciano £ 200, che furono distribuite alle famiglie dei morti ai feriti, ed a qualche proprietario di fabbricato danneggiato. Anche in tanta distruzione ci fu chi cercò di approfittarne, per questo motivo fu pubblicato il seguente avviso sui giornali: Ai proprietari di case si ricordi che se dichiarate inabilitate dall'ing. Civile, esime l'affittuario da qualsiasi obbligo di pigione. Non pochi proprietari si dispensano i sigg. Ingegneri dalla visita per l'accertamento dei danni del terremoto col dire che loro che nulla siasi verificato nel loro fabbricato, e ciò perché non mettono a rischio il fitto rendendo consapevoli gli inquilini del vero stato dello stabile».
Il ritorno del treno Reale tanto da Monteleone quanto da Sambiase ebbe luogo con massima regolarità ed in perfetto orario, S. Maestà proseguì poi verso Paola.
Note - bibliografiche
- LA NUOVA STAMPA del 23 settembre , del 2 ottobre, del 15 ottobre, 2 novembre 1905.
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*L’articolo e tratto dalla rivista mensile d’altri tempi “Storicittà, anno IX n°84, mese gen/feb 2000, pagg.4/8. Direttore-Editore Massimo Iannicelli.
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