Cronache tra il 600 ed il '700

L'affidamento nel 1782 dei feudi lametini dei d'Aquino all'amministratore Valignani

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di Francesco Raffaele
Assieme a quelle dei De Balzo, degli Acquaviva, dei Ruffo, dei Celano, dei Sanseverino e dei Piccolòmini, quella dei d'Aquino fu una delle piú illustri e nobili famiglie italiane, annoverate tra le sette grandi Casate del Regno di Napoli.
Essa godé del privilegio del conio e della zecca e nel corso di quasi mille anni esercitò complessivamente il dominio su 115 baronie, 4 contee, 9 principati, 7 marchesati e 7 ducati.
Stabilitisi definitivamente in Calabria dopo alterne vicende, i d'Aquino tra il XV ed il XVI secolo divennero una delle famiglie piú potenti della feudalità calabrese. La massima espansione dei loro possedimenti nel XVII secolo comprendeva: il Principato di Castiglione, la Contea di Martirano, i feudi di San Mango d'Aquino, Motta Santa Lucia, Conflenti, Zangarona, Pedivigliano, Sambiase, Terravecchia, Nicastro, Serrastretta, il Castello del Savuto ed il Principato di Feroleto.


Nel 1737, Alessandro d'Aquino, depositario di queste immense ricchezze, mori senza lasciare eredi. L'amministrazione delle terre fu cosí affidata al Marchese Mauri di Nicastro che la mantene fino alla riconosciuta discendenza di Vincenzina Maria d'Aquino Pica, figlia di Rinaldo Principe di Feroleto e nipote dello stesso Alessandro.
La Principessa venne a Nicastro due sole volte nel 1765 e nel 1790, giungendo con un numeroso seguito di dame e cavalieri, tenendo in città una splendida corte, portando con sé il gioco del Peribisso, una sorta di lotteria, con il quale perse grosse somme, e per onorare i propri debiti cedette molte delle sue terre. Poiché preferiva abitare a Napoli, nominò nel tempo diversi Agenti Generali per I'amministrazioni, dei suoi beni: d.Giuseppe Fiore, dr.Domenico Statti, d.Vincenzo Veraldi, Dr. Francescantonio Giuliani.
Nel 1782 con apposito rogito redatto da notaio napoletano in data 18 aprile 1782( una copia del quale custodita nella cartella del notaio nicastrese Giuseppe Moraca) d. Vincenzina nominava suo Procuratore, Ispettore e Vicario Generale delle sue terre, d. Francesco Valignani. Di seguito riportiamo la trascrizione integrale del testo finora rimasta inedita.

Die decino octavo mesis aprilis millesimo septincentesimo octuagesimo secondo Neapoli. Costituita alla presenza l’Eccellentissima Siugnora Donna Vincenza Maria Pico Principessa di Castiglione, Feroleto e San Manco
Contessa di Martorano, ed utile signora Signoria di Nicastro, e i suoi casali, la quale interviene alle cose infratte perse, suoi eredi, e successori; spontaneamente ha asserito avanti a noi, come dovendo lei avere la dovuta cura, e pesi, delle di lei Feudi, e Stati, e fuori di essi, li quali così per il di per il loro numero, che per la specialità, sono riguardevoli, perché vi soni tra tali Feudi le due città di Nicastro, e Martorano, ed altre numerose, e buone terre abitate da un buon numero di Galantuomini, e persone distinte, commode, e ricche, con gran numero di Dottori, Medici, ed altri Professori. E richiedendo il di lei interesse, che siano amministrati colla dovuta attenzione, fedeltà, e diligenza, ha perciò bisogno di persona capace, e propria a tal fine, giacché a lei non è permisso di colà portarsi estanziare. E quindi ha determinato di mandare al governo di lei suoi feudi, Stati, ed altri beni, persona della quale possa in tutto e per tutto fidarsi, ed esser sicura, che possa adempire la volontà di essa Signora Principessa, ed aver cura, assistere, ed invigilare a tutti li di lei affari, e negozi, che tiene, e possa avere nelle due Provincie di Calabria. Ed avendo considerato, che sia convenevole per si numeroso, e riguardevole vassallaggio di destinar persona di garbo, di autorità, di esperienza grande, e di buon concetto; che perciò fidata essa Eccellentissima Signora Principessa alla capacità, integrità, onoratezza, attenzione, e diligenza dell'Eccellentissimo Signore Cavaliere Don Francesco Valignani Nobile Teatino, del quale, coll'occasione di essere di lei stretto parente, conosce appieno la sua grande abilità, onestà, amore, ed attacco che ha per essa, e per li di lei interessi, e sulla considerazione ancora, che il medesimo da piú tempo ha piena co-gnizione di lei suoi interessi, ha richiesto, e pregato lo stesso Signore Cavaliere D. Francesco a volerla compiacere, e favorire in affare si grande, e di somma di lei importanza, e conseguenza, E volendo egli corrispondere alla tanta confidenza, che la Signora Principessa ripone, e dimostra avere sulla di lui persona, e come stretto di lei parente, e volendo ancora concorrere per quanto può al buon governo della di lei casa ed interessi siccome ha fatto per lo passato, si è contentato perciò di mettere da parte ogni altro suo proprio interesse, e per vantaggiare, ed accettare il peso sudetto, siccome se n'è compromesso. Quindi essa Signora Principessa D. Vincenza Maria spontaneamente avanti di noi eligge, nomina, e costituisce suo generale, e special Procuratore, Gestore e Vicario generale il Signor Cavaliere D. Francesco Valignani di lei congiunto parente, ed accettante, acciò come tale possa, e voglia a nome, e parte di essa Signora Principessa governare, ed amministrare tutti e qualsiano di lei Feudi, Stati, e beni di qualunque natura essi siano feudali, burgensatici, siti, esposti, in le due Provincie di Calabria ultra, e citra, tanto per quello tocca, e spetta all'amministrazione della Giustizia, Giurisdizione civile, criminale, e mista, che per l'economia, e di lei interessi, ed avere la dovuta cura, e pensiero di tutti, ed ogni altro di lei affare, e negozio, che ad essa Signora Principessa ap-partengono, e possano appartenere in le due provincie salvi però, e nel loro vigore sempre restando tutti li patti, e convenzioni fatte tra essa Signora Principessa, e l'affittatore delli detti suoi Stati. Dando a tal'effetto, e concedendo al Signor Cavaliere D. Francesco tutta la facoltà, e piena, ed illimitata potestà a fare, ed operare tutto, e quanto potrebbe fare, ed operare essa Signora Principessa se si ritrovasse di persona in detti suoi Feudi, e Stati, tanto riguardo alla Giurisdizione sudetta, e cose emergenti, e dipendenti dalla medesima, che alla economia, ed interessi, e per la coltura di territori, esazione di tutte, e qualsiano di lei rendite, annualità anco per mezzo di Banco con farne ricevute, e quietanze, come ancora per la consecuzione, e recupero di tutti li di lei Jusor, ragioni, azioni, prerogative, preminenze, privilegi, ed ogn'altra cosa, che potrebbe ricercare special mandato di procura. Dippiù essa Signora Principessa conceda al Signor Cavaliere D. Francesco l'espressa facoltà, e potestà di vendere, ed alienare liberamente, e senza patto di ricomprare, oppure col patto di ricomprare quando cumque, o tra certo, e determinato tempo uno, e piú corpi burgensatici, per lo prezzo, o prezzi che potrà convenire, e detti prezzi esiggere anco per mezzo di Banco, e quietare, ovvero procedere a censuazione delli detti corpi burgensatici per l'annui canoni, che similmente potrà convenire, e delli detti corpi vendenti, o censuandi prometterne in nome di essa Signora Principessa la desenzione, ed evizione generale, e speciale in ampia forma a favore delli futuri compratori, o siano concessionarj, e stipolarne uno, o più publici istromenti. E finalmente colla libera, onnomoda, e general potestà di potere esso Signor Cavaliere D. Francesco assumere, ed a sé attribuire qualunque altra facoltà, della quale non si faccia menzione nel presente atto, ed istromento di procura, e che in ogni tempo, et in dies potesse bisognarli circa le cose sudette, nella più ampia, e special maniera che possa, e senza riserba, o limitazione alcuna, e colla clausola ut alter ego, di modo che non se li opporre difetto di facoltà, e potestà circa le cose sudette. Promettendo essa Signora Principessa di aver sempre rato, e fermo tutto, quanto sarà fatto, operato, e disposto dal Signor Cavaliere D. Francesco in di lei nome, e non mai contravenirci, siccome da ora per allora lo ratifica, ed accetta con giuramento, e sotto l'obbligo suo, e di tutti li di lei beni presenti e futuri. Volendo, ed ordinando perciò essa Signora Principessa D. Vincenza Maria a tutti li di lei sudditi, e vassalli, Università, e cittadini di detti suoi Feudi, e Stati, Sindaci, Eletti, Governanti, Mastrigiurati, affittuari, conduttori, coloni, debitori, Erari, ed ogn'altro a chi spetta di dover riconoscere, riputare, tenere, ed avere il sudetto Signor Cavaliere D. Francesco per suo Procuratore, Gestore, e Vicario Generale, e ubbidire a di lui ordini, rescritti, proviste, ed ogn'altro, che sarà dallo stesso ordinato, e disposto, come se fussero fatti da essa Signora Principessa, e colla stessa sommissione, diligenza, ed at-tenzione, e riguardarlo non solo come congiunto, e Vicario generale, ma ancora come fusse la di lei propria persona, salvi però sempre restando li patti, e convenzioni stabilite coll'affittatore delli Stati sudetti; Et sie juravit in cuius rei testimonium unde untibus oppositionis.»
Donna Vincenzina d'Aquino mori nel 1799, anno in cui venne proclamata la Repubblica Partenopea che innescò la fine del dominio feudale. Ultima feudataria della potente casata dei d'Aquino, la Principessa Vincenza mori senza lasciare figli e per questa ragione lasciò tutto in eredità al Duca di Laurito Filippo Leopoldo Monforte il quale, con l'abolizione definitiva della feudalità, si vide assegnare solo metà dei beni, ossia quelli burgensatici (sui quali i baroni pagavano la bonatenenza). L'altra parte fu annessa al Regio Demanio e alle rispettive Università.
Bibliografia.
. SEZIONE ARCHMO DI STATO LAMEZLA TERME. Protocolli nr. Giuseppe Moraca.
. ARDito PIETRO, Spigolature storiche sulla città di Nicastro, Tip. Bevilacqua, Nicastro 1889.
. GIULIANI PASQUALE, Memorie istoriche della Città di Nicastro, Tip. Nicotera, Nicastro 1893.
. SPRETI VINCENZO, Enciclopedia storico nobiliare italiana, Roma.
- ORLANDO A. - NICASTRI G., Castiglione e Falerna, Calabria Letteraria Ed., Soveria Mannelli 1986.


L'articolo è tratto dalla rivista Storicitta di Lamezia Terme, direttore Massimo Iannicelli, n°71, ottobre 1998, pp.8/12

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