Cronache tra il 600 ed il '700

Gli Speziali di Sambiase tra la seconda metà e la fine del Settecento

✍️di Giuseppe Ruberto

La spezieria era una bottega-laboratorio dove si preparavano e si vendevano medicamenti a base naturale. Personaggio alchemico lo speziale , profondo conoscitore di erbe medicinali il cui titolo, per gli studenti meridionale, lo conseguiva presso l’Universitaria di Napoli, la cui sede era nel Convento del Salvatore. Furono proprio i monaci medioevali a diffondere la scienza botanica e quella dei medicinali.

speziera

Nei nostri due edifici monastici di Sambiase (quello di San Francesco di Paola e SS. Maria del Monte Carmelo) vi erano delle piccole farmacie con uno aiutante speziale. In modo particolare dai documenti da me ritrovati si evince che la cappella di S. Marco posta all’interno della chiesa nel 1866 divenne, su direttiva del Consiglio Comunale, obitorio per i soggetti colpiti di mala-morte. Ma andiamo alle “riesumate” vicende storiche che come sempre emergono dalla scrupolosa ricerca di documenti giacenti nei polverosi meandri (per quanto mi riguarda) dell’Archivio di Stato di Catanzaro, sez. di Lamezia Terme, e di quella del Grande Archivio di Stato di Napoli. 

Dal rilevamento del Catasto Onciario di Sambiase , censimento avvenuto tra il 1742-46,   le attività di speziali di medicina e protomèdico a Sambiase erano dirette da due  famiglie: quella dei Petronio e Barone.  Accenno storico.  Il Mag.  Domenico Antonio Petronio di anni 54, aveva la sua attività nel rione “Ponte Murato" , mentre il  Mag. Gennaro Barone di anni 43,  teneva la sua attività in un basso sopra la piazza, di proprietà del Mag. Gaspare Fiore .  I due speziali del paese, Petronio ed il Barone, risultano esser cognati. Lo speziale Gennaro Barone infatti prese in seconde nozze la sorella del Petronio, Giovanna di anni 30. 

In un atto redatto nel 1746 , ritroviamo che un tale giovane, Carlo Petronio di anni 24,  aveva conseguito la professione di pratico di medicina proprio con il dottor Domenico Antonio Petronio, suo zio. La sua attività di speziale era sotto la casa propria, ovvero " sulla piazza”.  Aggiungiamo che nella stessa famiglia del Petronio vi erano i suoi fratelli sacerdoti, Antonio e Lelio, e due sorelle, Antonia e Lucrezia. Aggiungo con molta probabilità che questo nucleo familiare sia genealogicamente appartenuto al defunto nostro Senatore della Repubblica, dottor Giuseppe Lelio Petronio. Ma andiamo avanti! 

Tra i lavoranti di spezieria nella bottega del Mag. Gennaro Barone, il chierico celibe, Francesco Sesto di anni 27. Il quale il viveva con la madre Rossetto Ponzia di anni 58, in una casa nel rione Miraglia. La Rossetto era la nipote dell’Arciprete Pansino. 

Ma tra i giovani apprendisti che meglio si distinsero e fecero carriera vi è Felice Benincasa di anni 16. Famiglia quella dei Benincasa  originaria di Napoli. Il padre Domenico era mastro carpentiere e la madre si chiamava , Cafarelli Carmina. Felice apprese l’attività di lavorante speziale dal protomedico Giovanni Barone e dal protomedico Giuseppe Benincasa lavorante nella vicina città di Nicastro.

Aggiungo, per la cronaca, che in questa discendenza Benincasa a Sambiase  vi nacque Lorenzo Carmelo, capo-brigante della provincia di Calabria Ulteriore Seconda che combatté contro l'invasione dell'esercito francese nel nostro territorio. Dagli scritti filo-giacobini vi emerge un feroce brigante...da quelli filoBorbonici un eroe e patriota.

Ritornando sui nostri passi...ove meglio accrescere la conoscenza della medicina, Felice Benincasa si trasferì nella città di Napoli dove conseguì la professione di medico speziale. Non a caso più tardi lo ritroviamo che convoglierà a nozze con una giovane donzella appartenente alla notabile famiglia dei Frappa (  il palazzo e portale ricadono tutt’oggi su Corso della Repubblica a Sambiase). 

In un atto del 15 giugno 1786 il mag. Giuseppe Funaro riesce a comprare , per la somma di 80 ducati, il titolo di speziale per darlo a suo figlio Nicola «sia in età legittima. che ha buona indole e talento, onde intempestivamente aveva acquistato il titolo di speziale, e possedé l'arte farmaceutica: e perciò ha risoluto emanciparlo e liberarlo da legami della patria potestà» e gli dona «la bottega della piazza», comprata il 3 ottobre 1775 dal sacerdote D. Francesco Grillo, «con tutta la spezieria tale quale s'attrova, comprata alli 15 di giugno 1783.

In tale atto pubblico viene descritto l’inventario dei beni, che qui si rende noto:

- 241 vasi i quali contenevano: medicamenti, semplici e composti. Essi erano 66 garaffine (caraffe piccole)  di vetro con altri medicamenti liquidi e solidi; 3 matracci (il matraccio è un contenitore, generalmente di vetro, di forma sferica oppure conica e fondo piano, di diversa capacità, usato nelle operazioni di chimica) 6 coraffoni (caraffe grande)  di vetro e 2 storte;  un mortaio grande di bronzo col suo pistone di ferro; un altro mortaio grande di porfido, uno piccolo di bronzo ed un altro di pietra; un torchio di legno con la campana di ferro; una pietra piana per gli impiastri; una bilancia grande ed una piccola;  un alambicco; un bancone ed il legname delle scansie; una bilancia, e tutto altro necessario all'impiego di tal mestiere. 

            Giuseppe Ruberto, ricercatiore e divulgatore storico.

Note. La ricerca dei rogiti è stata effettuata nell'Archivio di Stato di Cz, sezione di Lamezia Terme, fondo notai. In particolare notaio Petronio e G. Cupiraggi. Le notizie tratte dal Catasto onciario di Sambiase 1746 sono state tratte nel Grande Archivio di Stato di Napoli, volume 6841, rivele generali.