Fatti e personaggi del '900

Lo sciopero del 1957 a Sambiase

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Lo sciopero delle "carrette" a Sambiase attraverso degli scritti ed una inedita Interpellanza Parlamentare

Lo sciopero delle ''carrette''

A cura di Giuseppe Ruberto

Il 13 ed il 14 aprile 2007 ricorreva il cinquantesimo dello "sciopero delle carrette", la "rivolta" contadina nei comuni di Sambiase e Nicastro (Cz) del 1957 rimasto negli annali della cronaca come senza precedenti.

Attraverso degli scritti(1) ed un inedita Interpellanza Parlamentare della cittadinanza di Sambiase riproponiamo quell'avvenimento non mancando di evidenziare aspetti critici....

Diciamo subito che la cronaca di quell'evento fu caratterizzata inizialmente dai contadini della frazione Bella di Nicastro " in conseguenza del divieto della legge di trasportare sui propri veicoli (sciarrette) altre persone a carico elevando continuamente contravvenzioni ai trasgressori della norma stradale", e successivamente dai contadini di Sambiase.

Le carrette dei contadini del comitato nicastrese sul corso Numistrano di Nicastro (foto Mimmo Rochira)Secondo quanto raccontato dagli scritti(2), sull'annessione allo sciopero da parte del comitato di Sambiase, fu deciso(3) che questi dovevano rimanere una "semplice compartecipazione"; ma come dimostrasi questa si rivelò piú eclatante del previsto... In effetti secondo quanto si evince dal documento Parlamentare lo sciopero attuato dalla cittadinanza di Sambiase non ricadde nelle forme....spontanee!!, ma si delineò come attesta lo stesso documento con contenuti più gravi - tra questi la cosiddetta - tassa della Fondiaria(4) che prevedeva il tributo sui terreni e le imposte sui prodotti agricoli,conosciuta volgarmente come la tassa d' u dazziu (tassa del dazio) etc.etc..
E' bene ricordare che vi era in atto, da tempo, sul territorio calabrese una gravissima crisi del mercato vitivinicolo e oleario; questo conferma che a Sambiase lo sciopero era, per così dire, nell'aria. Pertanto si andava a delineare nella popolazione ben altro che la semplice compartecipazione!!
Perche? Perchè la perdita della produzione vitivinicola, sia a Sambiase che nella vicina Nicastro,antica e rinomata in tutta l'Italia, era d'importanza vitale per l'economica del posto, sia in termini occupazionali che in termini di fattibilità. Non dimentichiamo che l'importanza del vino sul territorio è sottolineata dall'istituzione nel 1926 del Consorzio circondariale di difesa della viticoltura da parte del Ministero dell'Economia Nazionale(5).
Tralasciando per un attimo le varie sfaccettature (ritorneremo più sotto) facciamo "parlare" le cronache del tempo da cui, come si diceva all'inizio, siamo riusciti a risalire alle fasi più rilevanti. A tal propoposito abbiamo aggiunto delle note ove queste lo necessitavano.
Si disse: "Che i politici locali di quel tempo inviarono dei telegrammi al Governo italiano per sensibilizzare la situazione di grave miseria(6) che incombeva sul loro territorio, ma ogni richiesta rimase disattesa. I comitati si stavano preparando ad una vera insurrezione popolare senza precedenti, che non si fece attendere".

Ingresso di Sambiase il 14 Aprile 1957. Con le barricate prende il via lo sciopero delle 'carrette'
"La mattina del 13 aprile 1957, infatti, gli abitanti del quartiere Bella di Nicastro iniziarono a sbarrare con carrette, doroti e traini posizionati presso le rispettive entrare ed uscite del citato quartiere nicastrese.
"La mattina del 14 aprile, stessa cosa fecero i sambiasini iniziando a sbarrare la carreggiata in direzione Nicastro (nei pressi delle abitazioni della famiglia Muraca- Bernardi - oggi via Marconi) con delle grosse travi di legno messe di traverso sulla strada, ed in uscita nel pressi del rione Braccio
-
direzione Angillìtu (Santa Eufemia - SS.18, etc.etc.)" .
A Sambiase la tensione, come già ricordato, andò ad aumentare oltre modo sia per le contrapposizioni tra i comitati(5), sia per presenza della "Celere"(7), tanto che i rappresentati dei contadini(8) e i rispettivi Sindaci(9) cercarono ed ottennero il sospirato incontro con le Autorità Politiche governative. Si disse che trovatosi in Calabria l'onorevole Vittorio Pugliese (questi viene indicato dalle cronache quale Sottosegretario agli Interni)(10) si recò personalmente sul luogo della "rivolta".

Risulta, infatti, che l'accoglienza dell'on.Pugliese da parte delle due cittadinanze, non fu delle migliori. "A Nicastro lo stesso, affacciandosi da un balcone del Municipio per parlare alla folla, fu costretto, a causa dei continui schiamazzi e al lancio di qualche oggetto, a rientrare precipitosamente nei locali comunali".
Stessa cosa avvenne a Sambiase. "L'onorevole volle personalmente parlare alla popolazione in Piazza Fiorentino dal balcone dell'abitazione della famiglia Mazzei ( ù casularu) che aveva gentilmente offerto ospitalità; una folla maldisposta ed esasperata ( fu indispensabile un cordone di protezione di persone a lui vicine) rese vana la trattativa con i contestatori". "A nulla valsero i discorsi del sindaco Cianflone e del rappresentante dei contadini avv. Franzí, i quali - succeduti all'on. Pugliese - spiegarono agli astanti che,secondo loro,la venuta in Sambiase del Sottosegretario agli Internivaleva ben oltre la presenza del Prefetto"(11).

Piazza Fiorentino a Sambiase in quell'Aprile 1957. Il corteo si estendeva lungo tutta Via Eroi di Sapri ed oltre (foto Mimmo Rochira)"Nella notte tra il 14 e 15 Aprile, intervenne con un blitz il reparto di Polizia(celere) della vicina Vibo Valentia. Fu ristabilito con determinazione l'ordine, rimuovendo immediatamente le varie travi utilizzate per il blocco, le carrette posizionate sulla strada e su Piazza Fiorentino; qualcuna, scaraventata dalla polizia, andò a finire nel torrente Cantagalli perché non rimossa tempestivamente dai proprietari".
"Stessa cosa accadde nella frazione Bella di Nicastro dove la mattina i
"Bbìllùati", appena svegliatisi, trovarono lungo l'odierna via Lazio e alla Casanova un battaglione di poliziotti schierati in assetto di guerra, con l'elmetto in testa ed i mitra spianati. Carretti, doroti e traini - simboli di quella eroica quanto breve rivolta - giacevano a pezzi in fondo allu fhuassu 'i Coladarci o alla Cavarella, dove erano stati buttati dalle forze dell'ordine e dall'esercito fatto affluire come rinforzo". "Successivamente nella nottata del 16 e nella mattinata del 17, vennero eseguiti, presso i vari domicilio dei rispettivi partecipanti rivoltosi, svariati arresti per i reati commessi, tra i quali: sobillazione alla rivolta, blocco stradale, istigazione ecc. Tra gli arrestati semplici spettatori, costretti ingiustamente a subire il carcere sia pure per pochi giorni ".
"I contadini del comprensorio subirono numerose procedure esattoriali, da far risultare quel 1957 un periodo particolarmente vantaggioso sul piano economico per qualche avvocato di Catanzaro, delegato dall'Esattore del Consorzio esattoriale di Nicastro a sostenere le procedure presso Enti debitori verso i contadini ".

- Tra gli aspetti che ci hanno colpito nel ripercorrere quella cronaca c'è stato quello di lasciare spazio ad affermazioni quali: "la storica rivolta dei contadini ebbe origine a Nicastroe non a Sambiase, dove degenerò in una forma scomposta e provocatoria di scontro con le Forze dell'Ordine ". Secondo noi quella sconfitta invece lasciò l'amaro in bocca ai tanti cittadini di Sambiase e di Nicastro che si erano illusi che con l'avvento dello Stato Democratico tutti i problemi, anche quelli più semplici, potessero essere facilmente risolti.
A proposito poi della "forma scomposta e provocatoria" indirizzata al comitato dei contadini di Sambiase, ci sembra gratuita, visto che le cosiddette Forze dell'Ordine che presidiavano la manifestazione erano i roboanti "celerini"(12); questa era unaorganizzazione anti-operaia ed anti-contadina che si era distinta in questo nostro Paese, negli anni '50 e '60,come responsabile di fatti di sangue(13). Giàmmai noi calabresi possiamo dimenticare i fatti di Petilia Policastro e di Melissa!! (14)
Se realmente la manifestazione di Sambiase per come sopra affermato degenerò davvero in una forma scomposta e provocatoria contro quelle particolari Forze dell'Ordine; oggi la stessa cittadinanza sarebbe inclusa in quell'elenco da noi richiamato alla nota tredici e quattordici.
Il giudizio che traspare, secondo noi, è la grande difficoltà nel controbbattere la grande storia del fare(15) dei sambiasini, che, in quel richiamato sciopero delle carrette del 1957, intesero intraprendere la parte dei rivoluzionari anziché quella degli... opportunisti!! Non ha caso l'interpellanza Parlamentare ci richiama all'autorevolezza di questa illustre cittadina.
E non è di poco conto se pensiamo che proprio in quegli anni iniziò la grande emigrazione di massa dei contadini sambiasini, e meridionali in genere, verso i paesi Europei, le Americhe , l'Australia. Il fallimento della riforma agraria portò all'esodo di massa per milioni di contadini disillusi, che finirono nei "ghetti dell'emigrazione", - Imparate una lingua ed andate all'estero -, incitava il presidente del Consiglio dei ministri dell'epoca, De Gasperi. Il tentativo di Gullo di riformare l'agricoltura meridionale era abortito.
Pensiamo nel leggere l'inedito documento(16) degli On. Alicata, Fiumanò, Gullo, Missinetti, Misefari, che la cittadinza di Sambiase non solo non degenerò in nessuna forma scomposta e provocatoria di scontro con le Forze dell'Ordine, ma si distinse quale artefice principale di quel che fu lo sciopero delle carrette del 1957 e successivamente nelle vesti propositive con l'Interpellanza del 1961 ai fini della sospensione di ogni procedimento cautelativo o coattivo da parte degli organi fiscali - e più in generale al potenziamento dell'azienda agricola familiare ed alla difesa dell'economia nelle regioni meridionali - non intendano adottare gli indicati provvedimenti, al fine di salvare dalla rovina migliaia di piccole e medie aziende agricole, protagoniste laboriose ed attive di una importante e pregiata produzione, in una zona particolarmente ad essa adatta nella regione calabrese.
E’ doveroso sottolineare a questo punto che la stessa cittadinanza avesse anticipato le previsioni di un prossimo futuro. Ovvero la protesta si ricollega alla politica disfattista dello Stato Italiano che si stava adoperando per la distruzione della rinomata, secolare produzione vitivinicola sambiasina,del comprensorio e del Meridione in generale, a favore dello sviluppo agricolo e commerciale del centro-nord dell’Italia. Tutt’oggi ne vediamo gli sciagurati risultati!

Atti Parlamentari - 25847 - Camera dei Deputati III LEGISLATURA - DISCUSSIONI – - SEDUTA DEL 7 NOVEMBRE 1961 DXXXIV. PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BUCCIARELLI DUCCI
" I sottoscritti chiedono d'interrogare il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri del tesoro e dell'agricoltura e foreste,sulla grave e pericolosa situazione venutasi a determinare nella città di Sambiase (Catanzaro) e sui mezzi di emergenza da adottare per fronteggiarla. " L'economia della città dì Sambiase si fonda quasi per intero sulla produzione vitivinicola esercitata da aziende agricole in massima parte piccole e diretto-coltivatrici." Come è stato esposto al Presidente del Consiglio dei ministri nella sua visita a Sambiase, in occasione del suo recente viaggio in Calabria, dal 1956 a tutt'oggi, con ritmo screscente, avversità atmosferiche, alti costi imposti dal monopolio ai prezzi dei prodotti e degli attrezzi necessari alle coltivazioni, insostenibili oneri fiscali, scandalose e persistenti speculazioni sul mercato delle vendite, hanno falcidiato e spesse volte annullando i redditi,in gran parte di lavoro, dei viticoltori di Sambiase e con essi quelli di tutta la popolazione." L'esasperazione ed il disinteresse dei pubblici poteri sono arrivati al punto da portare la cittadinanza a forme di vera e propria rivolta, quale quella delle " carrette " del 1957, nella quale per una intera giornata fu bloccato il traffico sulla importante arteria stradale nazionale e furono incendiati gli uffici delle imposte di consumo." Da quella data, per l'aggravata situazione economica, i cittadini di Sambiase non furono più in condizioni di pagare all'erario tasse o contributi di alcun genere. I pubblici poteri si resero conto di questa impossibilità contributiva e, di fatto, acconsentirono a tale forzata insolvenza." Ma improvvisamente, nei giorni scorsi,senza che alcun provvedimento o fatto nuovo fosse intervenuto a risanare la crisi vitivinicola ed agricola delle popolazioni, anzi con l'unico fatto nuovo della chiusura dello zuccherificio di Santa Eufemia Lamezia che qualche risorsa forniva ai produttori ed ai lavoratori della zona, gli uffici fiscali hanno scatenato un'offensiva contro i contribuenti di Sambiase per costringerli al pagamento delle tasse e dei contributi arretrati ed attuali." Migliaia di intimazioni di pagamento,impinguate da numerose voci, corredate dalle immancabili indennità di mora e per cifre medie intorno alle 150 mila lire, ma mai inferiore alle 50 mila lire, sono piovute sui contribuenti." L'esattoria comunale non solo ha proceduto a pignoramenti in proprio, ma ha tentato di sequestrare il vino che i produttori avevano conferito alla cantina sociale ed all'enopolio locale." La pretura di Nicastro ha iniziato la convocazione dei conferenti pignorati per la definizione, ma sin dalle prime convocazioni è apparsa chiara l'impossibilità di eseguire l'operazione " recupero fiscale " che supera,per i soli conferenti, i 35 milioni senza mandare completamente al lastrico i viticoltori e condannare al fallimento le loro organizzazioni economiche. Come se ciò non bastasse,si minacciano già i pignoramenti immobiliari."In tale situazione è comprensibile il diffondersi del panico e l'accrescersi della disperazione tra la cittadinanza di Sambiase, che si vede non solo abbandonata, ma condannata complessivamente alla miseria ed alla degradazione produttiva e che non è disposta a rassegnarsi a tali prospettive." Per fronteggiare questa insostenibile situazione i provvedimenti e gli interventi, da tempo richiesti e riproposti anche di recente dalla popolazione di Sambiase all'amministrazione provinciale di Catanzaro, consistono:nella adozione di misure generali di difesa e di sostegno della piccola e media impresa agricola consistenti nella limitazione dei superprofitti monopolistici nell'assistenza finanziaria e tecnica per la conduzione agraria, nell'aiuto allo sviluppo delle forme associate;nel pagamento ai conferenti, da parte della Federconsorzi, dell'intero ricavo delle vendite dei vini prodotti nell'enopolio di Sambiase; in un finanziamento straordinario alla cantina sociale di Sambiase in modo che possano essere adeguatamente maggiorate le anticipazioni effettuate ai singoli conferenti;nella cancellazione dai ruoli delle imposte e dei contributi di ogni tipo di tutti i piccoli e medi vitivinicoltori per la durata di 10 anni a datare dal 1957, e ciò a causa della totale perdita di reddito agrario avvenuta o legittimamente presunta dei loro terreni."Il provvedimento che si impone con indifferibile urgenza è la sospensione di ogni procedimento cautelativo o coattivo da parte degli organi fiscali nei riguardi dei contribuenti di Sambiase e ciò sino al momento di attuazione delle misure sopra richieste."Gli interroganti chiedono se il Presidente del Consiglio dei ministri ed i ministri interrogati - coerentemente con i loro ripetuti impegni, ribaditi nelle conclusioni della conferenza agraria nazionale e diretti al potenziamento dell'azienda agricola familiare ed alla difesa dell'economia nelle regioni meridionali - non intendano adottare gli indicati provvedimenti, al fine di salvare dalla rovina migliaia di piccole e medie aziende agricole, protagoniste laboriose ed attive di una importante e pregiata produzione, in una zona particolarmente ad essa adatta nella regione calabrese.


 

NOTE:
(1) P.Cerra " La rivolta contadina del 1957 a Bella e Nicastro, in Storicità - Rivista d'altri tempi, mensile, pag. 18-20,anno IV n°38-maggio 1995. Direttore Resp. Massimo Iannicelli, Calfa Editore.
- M.Rochira " Tutta la verità sullo sciopero delle carrette del 1957 a Sambiase…, in Storicità, Rivista d'altri tempi, mensile, pag. 12-14,anno VII n°73 -dicembre 1998, Direttore Resp. Massimo Iannicelli, Calfa Editore.

(2) Ibidem....nota 1

(3) La "semplice compartecipazione"dei contadini di Sambiase venne decisadagli stessi comitati dei contadini della frazione Bella, quelli del Rione San Teodoro (quartiere antico di Nicastro) e quelli della frazione Terravecchia nel comune di Nicastro.

(4) "L'ufficio dell'esattoria di Sambiase era ubicato al primo piano di casa Grasso (ex casa Scalfaro), "allu ponti d'a chijazza"; era quasi sempre affollato e spesso non mancavano dei litigi tra gli impiegati e la gente che si accalcava agli sportelli. Ogni anno arrivavano puntualmente, a casa dei proprietari, gli uscieri dell'esattoria con fasci di bollette e se non venivano pagate entro il termine stabilito, ritornavano e pignoravano tutto ciò che di buono trovavano in casa. Alcuni, quando li vedevano arrivare, si barricavano in casa chiudendo tutte le imposte e non rispondevano quando questi avessero bussato alla porta; a certe famiglie, a causa del mancato pagamento, venivano pignorati l'asino, il maiale, e le poche suppellettili e quant'altro possedevano nelle loro misere case ". ( M. Zaffina "Sambiase 1956 la rivolta dei contadini per la tassa fondiaria" in Storicità - Rivista d'altri tempi, mensile, pag.16, anno VII n°68-maggio 1998. Direttore Resp. Massimo Iannicelli, Calfa Editore).

(5) G. Juffrida, Sinergia urbane e sviluppo economico-territorile,cap.III, "Trasformazione territoriale e politica economica autarchica", pag.291, in Lamezia Terme storia cultura economia, Rubbetino editore,anno 2001.

(6) La fame fu ancora una volta il fattore esasperante della tensione sociale. La Calabria registrava indici elevatissimi di miseria, un tenore di vita molto basso, indici elevati di disoccupazione.
Con l'annata agraria 1957/58, infatti, le condizioni per la concessione del credito di esercizio mutarono radicalmente: il credito non fu più accordato a prezzi di favore e senza interessi, ma veniva concesso un credito condizionato all'acquisto di prodotti della Federconsorzi. In questo modo si portò avanti l'azione di selezione tra gli assegnatari. Discriminando il credito, oltre a favorire una maggiore penetrazione del capitale monopolistico nelle campagne (attraverso la concessione di credito da parte della Federconsorzi), si operò una netta selezione tra le aziende, emarginando sempre più quelle che non avrebbero potuto adattarsi alle nuove esigenze produttivistiche del mercato agricolo.

(7) La polizia creata da Scelba in funzione antioperaia e anticontadina.

(8) A Sambiase a rappresentate dei contadini vi era l'avvocato Domenico Franzì (già Sindaco di Sambiase) descritto come un uomo esuberante, forte nel fisico e nel temperamento, lungimirante, generoso ed appassionato nello sposare la causa dei più deboli. (A. Zaffina "L'avvocato Domenico Franzì da Sambiase,pioniere della cooperazione in Calabria" in Storicità - Rivista d'altri tempi, mensile, pag. 30,anno VII n°69-giugno-luglio 1998. Direttore Resp. M. Iannicelli, Calfa Editore.
--- L'altro era il Domenico Paladino descritto come "assai attivo nelle agitazioni contadine".

(9) In quell'anno sindaco di Nicastro era Giovanni Cataldi; mentre a Sambiase era Gabriele Cianflone.

(10) Da una nostra ricerca l'onorevole Vittorio Pugliese risultava Sottosegretario per l'Agricoltura e Foreste mentre Sottosegretario di Stato agli Interni era l'onorevole Salizzoni.

(11) Si è ironizzato in questi anni su questo episodio in quanto i contadini alla vista dal balcone in piazza Fiorentino dell'onorevole Pugliese protestarono vivamente richiedendo l'intervento del.....Profeto (Prefetto di Catanzaro)anzichè quello dell'onorevole Pugliese.
Come già ricordato il Sottosegretario di Stato agli Interni era l'onorevole Salizzoni e non l'on.Vittorio Pugliese ed evidentemente tale mistificazione non era sfuggita..... "al popolo sambiasino, dal temperamento bilioso, risultante, fiero d'impeto e d'ambizione, rapido nella crescita, pronto nell'apprendere, audace e astuto, magro ed asciutto, mendace e volpino." .... Mi riferisco alla nota n° 21 di pag. 59 richiamata nel libro - "Approfondimento degli studi eseguiti nel XIX secolo, con idrologia minerale della Calabria dell'epoca",a cura di Dora Anna Rocca, edito da cittàcalabria edizioni finito di stampare nel mese di maggio 2007 dalla Rubbettino Industrie Grafiche Edizioni per conto di cittàcalabriaedizioni 88049 Soveria Mannelli (Cz) - dove si dice che il chimico Francesco Ricca e il dottore in medicina e chirurgia Giuseppe La Camera eseguirono nel XIX secolo i loro studi sulle acque minerali di Sambiase Ultra dove, sulla base della teoria umorale ippocratica e quella successiva dell'umore prevalente del Galeno, gli abitanti (ovvero i sambiasini) risultavano,a causa del beneficio delle loro acque termali, dal temperamento bilioso, fieri d'impeto e d'ambizione, rapidi nella crescita, pronti nell'apprendere, audaci ed astuti, magri ed asciutti, mendaci e volpini e che tali si differenziavano da quelli sanguigni flemmatici etc.etc.)
-- Per concludere. Sulla base dei fatti accaduti in quella seconda decade del mese di aprile del 1957 la richiesta di presenza del....."Profeto" in piazza Fiorentino da parte dei scioperanti di Sambiase, è giustificabile. Non è chiara invece la non presenza del...Prefetto visto che c'era quella del Sottosegretario di Stato agli Interni a cui egli faceva capo.
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Si riporta integralmente la nota 21:
" Sambiase, in provincia di Calabria Ultra lI, Distretto e Diocesi di Nicastro, è situato sopra un falso piano, e viene diviso da un piccolo fiu­me sopra di cui trovasi un piccolo ponte mediante il quale comunicano in­sieme gli abitanti di ambe le rive, quando cresce per la pioggia. Si apparte­neva in feudo alla famiglia di Aquino Pico, principe di Feroleto. Il mate­matico Giovanbattista Rosso, che fu maestro del Re Filippo d'Austria, eb­be ivi i suoi natali. Dista da Catanzaro miglia 21, da Nicastro 3, da Gizza­ria 5 e da Sant'Eufemia 4. Il numero de' suoi abitanti è circa 6300. I coniu­gati quasi pareggiano i celibi, che hanno oltrepassato l'età stabilita dalla leg­ge a contrar matrimonio.
Gli abitanti presentano in gran parte il marcato modello del temperamentobilioso.Le malattie predominanti, e che spe­cialmente si soffrono dagl'individui addetti alla coltura di quei fertili terre­ni, sono le febbri gastrico-reumatiche e le intermittenti, e cronici morbi di fegato e di milza ".

[ Fin qui il Ricca. Lo studioso colloca il comune di Sambiase su un falso piano e fa cenno all'attuale fiume che lo divide (il torren­te Cantagalli), rilevando la presenza di un piccolo ponte, che consentiva d'inverno di passare da una riva all'altra del corso d'acqua. Da un'indagine storica l'autore rileva l'appartenenza del feudo ai D'Aquino-Pico (in pro­posito cfr. P ARDITO, op. Cit., pp. 99-102).
Altro aspetto importante rilevato dal Ricca è la presenza di patologie tipiche di zone paludose, quali le febbri gastrico- reumatoide ed intermittenti, patologie epatiche o della milza.
Si evince una conoscenza della teoria umorale ippocratica, quando lo studioso descrive il temperamento degli abitanti come bilioso. Com'è no­to, infatti, per Ippocrate, il corpo umano è governato da quattro umori di­versi: sangue, bile gialla, bile nera e flegma; dal loro rapporto deriva lo stato di salute o di malattia.
Per Galeno, che riprende tale teoria, se l'umore prevalente è il sangue, ne deriva un temperamento sanguigno, se la bile ne­ra, temperamento collerico. Se prevale quella gialla, temperamento melanconico, flemmatico se prevale il flegma.

I sanguigni sono rubicondi ed amabili, pingui ed allegri, loquaci e arditi. Adatti a qualsiasi studio, si dilettano di venere e tabacco.

I biliotici sono giallotici di colore, fieri d'im­peto e d'ambizione; rapidi nella crescita, pronti nell'apprendere, audaci ed astuti, magri ed asciutti, mendaci e volpigni.

I flemmatici o linfatici sono di piccola statura e pingui, proclivi all'ozio ed al sonno, torbidi ed ottusi, lenti nell'andatura e pallidi in volto.

I melanconici hanno tinta olivastra e animo cattivo pur nella loro timidezza, sono tristi e taciturni, invidiosi e insonni, dediti agli studi e diffidenti, tenaci nei propositi ma dubbiosi nella loro riuscita, avari ma tenaci di frode.

Nell’opera già citata di Nunzio Greco, l’autore, evidenzia che nell’Ottocento le qualità terapeutiche delle sorgenti minerali apportano benefici al pari dei farmaci con effetti sulla crisi umorale tali da digerire gli umori corrotti se si trattava di “complessioni freddi”, di essiccarli nel caso di “ temperamenti umidi” N.d.C.]

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(12) Si distingueranno per l'avversione alla piazza e alle manifestazioni dell'opposizione socialista e comunista (sia politica, sia sindacale) utilizzando anche e soprattutto le forze dell'ordine (la temuta celere) i cui uomini, i celerini,erano stati soprannominati "scellini".

(13) Ricordiamo la "Celere" nelle stragi di Gravina, Cosenza, Andria, Rovigo, Pistoia, Ferrara, Molinella di Bologna, Cremona, Brescia, Sulmona, Salerno,Ostia, Marsala, Sesto S. Giovanni, Urbino, Ancona, Pesaro. Degli eccidi di - Melissa, Petilia Policastro, Torremaggiore, Montescaglioso.
Le rivolte di Casabona, Strangoli, S.Nicola dell'Alto,Cirò, Palmi e via discorrendo. Gli scioperi nelle industrie del Nord in cui gli operai erano perseguibili persino per la propaganda sindacale.

(14) - A Petilia Policastro 1947, dove le violenze esercitate su un gruppo di contadini, che scendevano da una frazione verso il paese, dalle forze dell'ordine (7 furono i contadini arrestati) provocano una protesta di massa: tutta la popolazione del comune si mobilitò e al passaggio del cellulare che portava i sette arrestati cominciò a protestare contro i carabinieri, i quali dopo aver esploso alcuni colpi in aria spararono sulla folla uccidendo due persone e ferendone numerose altre.
------ A Melissa il 29 ottebre del 1949 si abbatterono i colpi delle mitraglie dei reparti speciali della celere, lasciando sul campo i corpi di Giovanni Zito e Francesco Nigro mentre Angelina Mauro morirà pochi giorni dopo nell'ospedale di Crotone. L'eccidio di Melissa scuote le coscienze di tutto il Paese, si determina la più ampia solidarietà del mondo della cultura che avvia una forte campagna di denuncia sulle insopportabili condizioni del mezzogiorno. Il 15 novembre il Consiglio dei Ministri annuncia la decisione di presentare in Parlamento un primo provvedimento di riforma fondiaria. Con l'eccidio di Melissa, inizia il terzo periodo delle lotte contadine che durerà fino alle prime leggi agrarie (Sila e Stralcio), nel corso del quale le occupazioni delle terre si estendono a tutte le regioni meridionali. In ognuna di esse operai e contadini pagheranno un enorme tributo di sangue.

(15) La politica del fare sambiasina viene rappresenta anche nelle foto storiche di quello sciopero: leggasi: - calessi a mò di salotto sul corso Numistrano di Nicastro"/ "barricate con con travi di legno sulla carreggita di Sambiase. In tal senso ricordiamo che lo sbarramento della carreggiata a Sambiase rappresentava, fino a qualche decennio addietro una interruzione delle principali strade di comunicazione tra la costa e l'interno, con notevole disagio sia per gli spostamenti che per i commerci. Questo la dice tutta sulla efficienza strategica adotata dal comitato medesimo.

(16) Il documento ci è stato fornito dal nostro amico lettore Paolo Strangis responsabile del sito web www.localmente.eu

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