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Il gioco del calcio a Sambiase

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Storia e vicessitudini del calcio sambiasino, attraverso il libro

...A Sambiase c'era una volta il calcio

di Francesco Longo(1)

Introduzione dell'autore
Questo modesto lavoro, confluenza di pazienti ricerche condotte negli archivi della Federazione, di corrispondenti sportivi, notizie preziose legate al ricordo storico di quanti vissero quegli avvenimenti, non vuole avere valore letterario, ma si identifica come documento di memorie in cui sono preservate le verità dimenticate di cinquant'anni di storia calcistica a Sambiase.

sambistratellaMi sarebbe piaciuto farvi entrare in tutti i segreti che quegli anni custodiscono ma, a volte, la traccia si presenta così effimera come se il tempo ormai in fuga l'avesse decapitata.

 

Nella stanza del mio amico Gino, mentre al computer si susseguono le immagini e si riannodano le tante memorie, si diffonde ed ondeggia nell'aria il suono di quel metallo antico. I ricordi mi si arrotolano intorno come un tessuto e, a volte, mi sembra persino che avessero un odore, quello dei viaggi e del mare.

Spero che la storia riscritta abbia conservato la sua autenticità e che fra cento anni o mille si possa ancora dire a Sambiase: c'era una volta il calcio...........

 

 

 

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Il desiderio che dorme in fondo a ogni cuore e che almeno una volta si desta per uscire allo scoperto,il richiamo della giovanile esperienza quando anch'io scalpitante destriero correvo sui campi di gioco, e la pura emozione sentimentale mi hanno spinto a scrivere questo libro. Ma infiniti dubbi ho imbarcato in questo avventuroso viaggio e confesso che più volte sono stato sul punto di rompere il nido di coraggio che mi ero costruito, dominato dal peso e dall'importanza del proposito: quando mi sentivo incapace di sormontare i miei limiti e disorientato nel saldare le scollature della storia che, prosciugati i pozzi della memoria, sembrava aver perso l'anello di ancoraggio.

Le più lontane imprese calcistiche della nostra squadra apparivano infatti avvolte da una impenetrabile nebbia, e i ristagni della memoria integrati con i pochi documenti ritrovati negli archivi della Federazione sarebbero risultati insufficienti a reggere la grande impalcatura se non fossero intervenuti quelli che conoscevano la strada: i nostri emissari del calcio e custodi del tempo dove dormono i misteri, i quali vennero in mio aiuto aprendomi i loro archivi come si apre un cuore e che, al fine del compimento del libro assumono un ruolo determinante e di valore permanente.

Eccoli dunque i cantori del nostro calcio, coloro che sciolsero la trama liberando il tessuto impigliato agli angoli del tempo. Si tratta di Agostino Strangis, il primo corrispondente sportivo le cui cronache dal 1948 al 1952. riportate nel famoso quotidiano "CORRIERE CALABRESE", scritte con personalissimo e raffinato gusto letterario, ci hanno regalato indimenticabili affreschi di vita sportiva. Gianmaria Cataldi, fidato corrispondente del quotidiano indipendente "ROMA" nei cui "resoconti d'ispezione ", sono raccolte le intuizioni giornalistiche più audaci e geniali. Vincenzo Mazzei, con i suoi ragguagli sempre puntuali sulla "GAZZETTA del SUD", ci introduce in un clima agonicamente vitale e ammaliante.

Antonio Catania, è lui che dal lontano 1978, ogni lunedì fa la gioia dei fans, con le sue narrazioni appassionate e vibranti. Antonio Mete, con i suoi rapporti incalzanti e stilisticamente pregevoli. Nando Zolli, qualificato interprete della cronaca sportiva che ha contribuito a diffondere la tradizione calcistica del nostro paese. E ora gettate le pietre che hanno allontanato l'ombra che ristagnava sulla nostra tradizione sportiva, cautamente ritorno alla mia fucina, sollevato per essere riuscito, sia pure tra sottili incertezze, ad ancorare un sogno che si credeva perduto.

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Anno 1942 nasce la societa' calcistica Sambiase Oltre cinquant'anni ci separano da quegli avvenimenti che portarono a un mutamento delle coscienze dei cittadini di Sambiase grazie ad un gruppo di giovani (Gregorio Aloe, Domenico Zaffina, Ciccio Belvedere, Pasquale Samele, Ottavio Colleandro, Giovanni Zaffina, Alberto Caparello, Aurelio D'Ippolito, Antonio Mercuri ..........) che spinti dalla stessa passione sparsero il seme che portò alla nascita dell'Associazione Sportiva Sambiase.

La presidenza di questo sodalizio fu affidata a Luigi Fronda, il tenace avvocato di via V. Emanuele che su quell'alba tutta nuova di fine estate 1946, rovesciò la freschezza e il suo giovane entusiasmo. Ma la prestigiosa carica gli scivolò dalle mani e finì ancora prima dell'alba perché la sua speranza di lavoro trovò rifugio in una provincia del Nord (INAIL di Gallarate). 

sambiceraCosì il primo presidente, accompagnato dal dolore, lascia ai fiori di maggio la sua terra , ma la breve pagina di sport da lui scritta non scolora ma si conserva intatta. Intanto si lavorava alacremente alla costruzione del campo. Il terreno fu scelto in località "Cerasolo" di fronte la stazione ferroviaria, di proprietà del barone Nicotera, che lo diede alla società in prestito gratuito per nove anni.

Richiamati dal nuovo messaggio, dirigenti, sportivi e studenti iniziarono la costruzione. Furono mesi di incessante lavoro e nessuno contò i giorni che giravano e giravano, nessuno accusò la stanchezza e tutti si recavano là a far visita come al mare in tempesta; e ben presto il campo, oltre che punto di lavoro, divenne la meta preferita di curiosi e fonte di svago per la gioventù locale. Lo schianto degli alberi segnò l'inizio dei lavori, il terreno fu liberato dalle felci e dai cardi e mentre i picconi affondavano, le zappe livellavano e spianavano. Il sabbione di Caronte coprì il colore dell'argilla e sopra fu steso un manto di carbonella che don Armando Zolli procurò dal vicino deposito ferroviario.

E, quando tutto fu finito, si innalzò il recinto. Allo scopo furono ingaggiate le maestranze locali( Giovanni Zaffina, Vincenzo Dionisi, Ottavio Colleandro.... ), che con perizia accordarono ad uno ad uno i listelli di pino e di castagno giunti da una segheria di Acquabona di proprietà dello stesso barone Nicotera. L'essenza di quella corteccia penetrò i cuori e riempì l'aria di profumo. L'inverno aveva ormai esaurito le sue riserve di pioggia e i giorni si fecero sempre più lunghi, mentre il lavoro copriva il giorno da un capo all'altro il campo arrivò a un passo della sua completezza.

sambicera1L'annuncio ufficiale della sua ultimazione riecheggiò tutto il giorno per le vie del paese.L' " E.D.Nicotera"  inciso nel legno, restò scolpito per sempre nelle memorie e nei cuori. Ma per avere indizi di partecipazione a competizioni ufficiali bisogna attendere ancora qualche anno.

Nel frattempo le partite di calcio tra squadre locali a carattere di svago si svolgevano per lo più negli spiazzi rionali del "Braccio" e della "Stradella".

Era ormai il 1948, l'anno si distese verso la primavera inaugurando la stagione a lungo sognata. L'Associazione Sportiva Sambiase si iscrisse per la prima volta al campionato di 1 ° Divisione nell'ambito delle gare regionali organizzate dalla Lega Sud della Federazione.

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sambibarbeBARBERIO: la sua gloria si lega a quella prima partita di Vibo che iniziò il catramino della squadra. In quel 16 gennaio 1949 sotto le ali strinse tutti gli incanti e stivate le reti, da quell'estrema distanza stampò l'ultimo saluto. FICARA: l'imbattibile portiere, guidatore di treni, venuto da Paola. Le sue leggendarie parate alimentarono le ambizioni di tutto un paese.

sambileoneLEONE: superbo come un sole allo zenit, il nicastrese si prese cura della difesa. Prelevato dal Curinga si rivelò fondamentale per la squadra.

MAUGERI: sempre allerta come un vecchio gendarme l'esperto capitano. Esperienza e grinta fecero del nicastrese il baluardo della squadra.

ROSITANI M.: fratello più giovane di Umberto. Caparbio e grintoso, avanzava a passo di "lupo". Quell'alfiere di Amantea si portava appresso un'aria di rispetto.

COSTANZO: di Decollatura ma prelevato dal Nicastro. Eleganza e tocco raffinato erano le sue prerogative.

DE NISI: massiccia e regale torre centrale, fiero al pari di un guerriero. Il nicastrese conosceva il suo mestiere. Con lui l'area di rigore divenne inaccessibile agli avversari.

MERCURI: talento locale completo di doti. Operava sul settore sinistro del campo da dove irradiava la sua fresca giovinezza. Cercatore di vittorie, versava il cuore nel campo e spesso i suoi fendenti vennero a rinfrescare gli ardori dei tifosi. Dicono che l'aurora, le pareti d'oro affrescate, fossero come lui quando correva a bordo del suo sogno e che il sole ogni mattina scendesse a rifornirsi di luce a quella fonte.

MALERBA: il nicastrese aveva cavallo e carrozza. Agile e sgusciante, con i suoi goals a grappoli faceva la festa dei tifosi.

sambicarraCARRARETTO di S. Donà di Piave (VE). Profugo d'Africa, sbarcato a Napoli passò come amministratore nell'azienda De Medici. Dopo aver militato nell'Internapoli, il potente attaccante con la vocazione del goal rese suoi servigi alla squadra del Sambiase. Divenne famoso per i suoi tiri improvvisi e rapidi come lampi.

FERRI: altro talento locale che col suo gioco elegante e raffinato incantava il pubblico. Durò una sola stagione ma la sua storia sta lì appiccicata come una stella al suo orizzonte.

BRAMBILLA: indiscusso leader, il milanese aveva rafforzato i ranghi dell'Ambrosiana-Inter, ma a seguito di una squalifica a vita cerca gloria nelle squadre regionali. Approdato prima al Nicastro, si trasferì l'anno seguente al Sambiase dove prestò i suoi servigi oltre che da giocatore, come autista dell'impresa Zaffina. Incontenibile bomber, veniva osannato dai tifosi quando le sue bordate scardinavano le difese avversarie. Con lui tutto un paese intravide una nuova alba.

ROSITANI U : indimenticabile ala sinistra venuta da Amantea. Quelle sue fughe sulla fascia scaldavano i cuori ed ogni compagno a turno, si saziò dei suoi diagonal-shot. I suoi goal sembravano frutti del prodigio.

CALIGIURI: le stagioni di quel nobile e buon amico furono feconde di riscatti. Sempre all'erta ed ubbidiente come un vecchio soldato, il buon Michele dal cuore d'oro s'avviò con i suoi servigi verso il paese della gloria.

STAFFA: il "barone" venuto da S. Lucido dotato di scatto rapido come quello dell'aquila. A tutti impose la sua classe e si rimaneva davvero incantati davanti a tanta abilità.

ALOE: esile di statura ma sgusciante come un'anguilla. L'ala destra faceva impazzire i suoi controllori che non avevano armi per arrestare le sue invenzioni ed i suoi brucianti scatti.

FALCINELLI: l'allenatore portatore di gloria venuto da La Spezia. Artefice di esaltanti imprese, del calcio conosceva tutti i segreti. Quel suo modo originale di preparare le partite gli garantivano un trionfo sicuro.
I quadri tecnici erano dunque così formati: Portieri: BARBERIO - FICARA – CALIGIURI

TOMMASELLI: lo rivedo ancora quell'estroso ma imprudente portiere del Soverato tentato da due squadre. Giocò solo la prima parte del campionato perché di lui si impossessò un impietoso destino. Tutto si lega a quell'infame giorno su cui piombarono gli artigli della Lega Calcio. Quel pomeriggio di fine febbraio sulla Piazza Fiorentino cadeva un'ombra grigia come uno spettro. Il dolore gli si piantò nel cuore e bevve lacrime pesanti quando gli fu comunicato la squalifica a vita. Così quell'infelice espiò la colpa per aver firmato due cartellini.

BATTAGLIA: quel fiero venuto da Sapri era un moltiplicatore di forze. Andava inseguendo un sogno che gli fiorì tra le mani.
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NICOLETTI: gli fu fatale un incidente di gioco ( una parata strepitosa quanto sfortunata sui piedi di un avversario). AI valente portiere di Messina che aveva militato tra le file della Peloro e del Nicastro caddero tutti i sogni quando il beffardo destino lo mise anzitempo davanti al suo crepuscolo. Ritornò sulla scena, tutto verniciato, nel girone di ritorno per rimpiazzare la partenza dello sventurato Tommaselli.

MUSCOLO: il vigoroso difensore di Roccella aveva orgoglio da vendere e un gran cuore. In campo sfoggiava tutta la potenza che natura gli aveva benevolmente accordato.

AIROLDI: fantasioso attaccante venuto da Sapri. Era l'ispiratore della manovra d'attacco. In lui si sommavano eleganza e raffinatezza di stile. Per godere delle sue prodezze i tifosi in carovane scendevano il Viale Stazione.

PEDICINI : l'implacabile attaccante che sottomise tutte le difese. Il suo acquisto fu caldeggiato dai fratelli Rositani (suoi cugini) e l'ariete di Cannitello (Villa S. Giovanni) non deluse le aspettative. Divenne un faro acceso nell'area avversaria dove imperava con i suoi colpi di testa.

 

 

 

 

 

 

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