Storia antica

A Sambiase le antiche terme romane

di Enrico Borrello
Secondo autorevolissimi scrittori moderni le nostre Terme sarebbero da identificarsi con le "Aquae Angae" degl'Itinerari romani; conosciute, quindi, fin dal II secolo d.C. La loro fama si estese, naturalmente, al nostro abitato. Il Barrio, difatti, parlando di Sambiase, ne esalta l' "aqua sulphurea qua multis medetur malis"; così il Marafioti, il Sacco, l'Adilardi, lo Strafforello, il quale ultimo ne fa una distinzione analitica minuziosa e ne fa risalire l'uso ai tempi antichissimi. Chi però ne fa una trattazione particolareggiata è il Pagano(2).

FOTO 1 - Antica carta geografica

FOTO 1 - L'antica carta geografica (Tabula peutingeriana) della rete viaria dell'impero romano (ricopiata in età medievale) lungo la quale si trovano segnate le terme aque ange. La freccia da noi indica evidenzia la stationes delle Aque Ange identificabili con l'odierne Terme di Caronte.

La riportiamo integralmente, anche perché c'è tutta la storia delle nostre Terme: "Le sorgenti più considerevoli e più celebrate non che della Calabria Catanzarese, ma di tutta la Calabria, sono le moltissime sorgenti di S. Biagio, le quali erano ascritte per l'addietro a Nicastro. Nel secolo XI erano dette le acque calde del Nocato o di Nicastro. Ci erano bagni dal 1510, di cui parlano i nostri scrittori patrii dopo Aulo Giano Parrasio, che le sperimentò in quell'anno. Onde la tradizione raccolta nel 1828, che le acque termali di S. Biagio fossero state scoperte dal fiume Formiti cento e sessantuno anni innanzi, cioè verso il 1667, e poi a caso trovate buone verso il 1717 da alcuni pastori, o allude ad alcuno dei rivoli minerali di S. Biagio ed a qualche moderna costruzione o ristoramento di terme, o deve risalire prima del 1512, od è interamente falsa.
Dovevano essere in uso i bagni nel 1446, quando altresì erano aperti i bagni di Guardia. Però le acque di S. Biagio sono state sottoposte ad analisi chimica più volte in questo secolo, proprio nel '19 da Vincenzo Colosimo, nel '28 da Nicolò Calcaterra, nel '32 da Felice Montesanto, e nel '34 dal chimico Francesco Ricca. Le particolari chimiche analisi riuscivano difettose non per insufficienza di professori, ma per mancanza dei necessari strumenti. Quelle del Colosimo e del Montesanto sono quasi le stesse, ma quella del Ricca è lodevole, sì per somma diligenza e precisione e sì perché fu fornito di esperimenti fatti sull'acqua attinta per allora e sulla efficacia dei reagenti sopra l'acqua bollente e filtrata.
Vi si costruirono alcune casette per uso dei bagni, ma distrutte da una alluvione nel 1781, si costrussero in un sito meno esposto alla violenza del fiume poche altre case. Queste avevano camerette per lo più a pianterreno in mezzo agli alberi, anguste ed incommode, che talvolta una sola cameretta accoglie da sei ad otto persone, che vi stanno a disagio.
FOTO 2 FOTO 3

FOTO 2-3: La chiesetta dei Santi Quaranta Martiri situata presso l'odiene Terme di Caronte . La Madonna con Bambino (scultura in pietra) invece proviene dall'omonimo monastero sito poco distante dalle stesse terme in loc. monte Mitojo.

Esse sono situate là dove già era la chiesa dei Quaranta Martiri, in cui si celebra nei dì festivi, e che ha dato il nome alle vicine acque minerali. Sono a quattro miglia dal mar Tirreno e ad un miglio in circa da Sambiase. Il sito è in una valletta fra i monti di Muzzari e di Sant'Elia, diramazioni del Reventino, che sono di calcarea formazione, e propriamente a maestro del Muzzari. La temperatura, la quale vi regna di estate, varia dai 19 ai 25 gradi Reamur. Il fondo della contrada ove sono le acque minerali e le terme, e che è posto a tramontana e a ponente del monte Muzzari, era posseduto dal Cardinale Petra e sua famiglia e da questa passò per enfiteusi alla casa Cataldi di Sambiase, mentre la casa Winspeare ne tiene il dominio diretto.
Scorre appresso al luogo dei bagni il Formiti, il quale nasce a tramontana nel bosco della Pece, e dopo 6 miglia [è un po' esagerato!] discende nella valletta tra il Muzzari e il Sant'Elia, lambe le terme, che sono costruite con vasche convenienti dal lato sinistro del fiume, il quale riceve il nome di Fiume dei Bagni ovvero Bagnèo, come quello di Guardia, dal luogo dei Bagni piega a mezzogiorno, raccoglie le acque minerali e diventa grosso e di color bianchiccio, essendo assai gonfio e dopo altre sei miglia, sbocca nel mare a Capo Suvero, presso S. Eufemia. Lo Zannoni il chiama fiume dei Bagni, ma si chiama altresí dei SS. Quaranta, non perché sia formato da 40 ruscelli, come crede l'Adilardi, ma perché bagna la contrada dei Santi Quaranta Martiri.
Queste acque naturali scaturiscono a destra e a sinistra del fiume, parte dal lato orientale del S. Elia, e sono fredde, e parte a tramontana del Muzzari e sono calde e termali.
Esse nascono dalla base dei due monti a livello del fiume ed alcune anche nel suo letto, e poi si uniscono con la corrente del fiume medesimo.
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Le quattro polle d'acqua calda, avendo diverso grado di temperatura, sono distinte coi nomi di Bagno freddo o Bagno medio fresco, di B. medio o B. medio caldo, di B. Carontello e di B. Caronte (Colosimo). Perché delle due prime polle, che sgorgano in medesimo luogo, la prima, comeché meno esposta alle mutazioni atmosferiche, ha un calore superiore a quello delle acque battute dal sole nei giorni piú calorosi di estate, la seconda é piú calda e le due rimanenti, le quali sono toccate dalla perenne e varia corrente d'aria del Formiti e dei monti e valli, che formano il gruppo montuoso del Mottoio o Motoio, di natura calcarea, sono piú calde delle due prime. L'ultima, che é la piú calda di tutte, monta la gradazione di 34 di R. [in veritá arriva ai 39 gradi] e, perché é termale, come la terza, ha preso il nome del favoloso Caronte, navicellaio dell'inferno.

Esse possono distinguersi, come i bagni, in acqua fredda o fresca, media, carontella, e caronte. Queste acque sono sulfurec, benché con diversa misura.
A man destra del fiumicello sono altre sorgenti che servono per bere. Ci hanno altre sorgenti semitermali, che dánno gli stessi elementi mineralizzanti della Carontella, e quali il solfato di ferro e quali no. E nascono anche lungo la base del Muzzari e sembrano derivare dal medesimo serbatoio d'acqua. Le maggiori sorgenti sono calde e tra le piccole, altre sono tepidette ed altre fresche. Vi sono molte polle minerali, le quali sono coperte o scoperte dal torrente. Se ne contano piú di sei. Sono meno cari che di idrogeno solforato, fresche, eccetto una, e sono potabili. (Grimaldi, Studi statistici).

Qualità terapeutiche. - Il dott. Colosimo in generale considera le acque di Sambiase o Sambiagio in tre categorie, cioè come termali, come gasifere e come mineralizzate, dal sale calcareo magnesiaco e ferruginoso. Il calorico che si trova in esse, divenendo eguale e generale, è una medicina di primo ordine, agevola l'azione dei minerali sciolti nel liquido e promuove il sudore (la diaforesi). La Camera, Ricca, Filioli, Montesanto, Grimaldi, Cappa, Calcaterra, Aliberti le decantano come salutari e di gran rimedio in molte malattie. Però il dottor Colosimo, che è stato seguito dal dottor Montesanto, minore di lui, ci ha dato la chimica e fisica descrizione delle acque di San Biagio. Avuto riguardo all'età, al temperamento, al sesso, alle organiche disposizioni per taluni morbi, alla condizione patologica dei malori, o ad altre simili circostanze, ufficio, proprietà di tali acque è di promuovere, attivare la circolazione, produrre, versare in abbondanza orina e sudore, ed eccitare un movimento febbrile, la cui durata è proporzionale alla ripetizione e lunghezza dei bagni. Gio. Luigi Aliberti le commendava come utilissime nelle malattie della cute.

Il dott. La Camera (Sulle acque termo-minerali di Sambiase. Napoli, 1855) afferma che la virtù delle acque termali di Sambiase è da attribuirsi agl'imponderabili (elettrico e calorico), al potere chimico-dinamico, non che ai principi medicinali di che son piene a dovizia. Le quali sono varie e vanno distinte, alcune pel grado di termalità, altre per maggiori principi componenti, altre per le virtù medicinali, che spiegano.

Alle prime appartengono l'acqua del bagno fresco, l'acqua del bagno medio fresco, l'acqua del bagno Caronte e l'acqua del bagno Carontello.
termemone Vanno nella seconda categoria l'acqua ferrata sulfurea e l'acqua sulfurea. Nell'ultima si noverano l'acqua dell'Occhio, l'acqua del Saraceno e l'acqua del Tremuoto.

Ma per palesare a priori i risultamenti clinici e le virtù medicamentose di esse acque e il loro potere terapeutico energico e sorprendente ricorse all'analisi chimica quantitativa e qualitativa,
e ripetè quella che era stata eseguita scrupolosamente con non
comune solerzia dal prof. Francesco Ricca nella Memoria chimica-medica sulle acque minerali e termali di Sambiase in Calabria Ultra II .

I risultati si trovarono identici, fuorché per alcuni gradi di termalità e per la quantità e proporzione chimica degli elementi e dei principi, ecc.
Conchiude il dottor La Camera che dalla chimica composizione di tali acque dipende la loro azione medicinale, che consiste nella virtù diuretica e catartica, onde, esse, eccitando i vasellini capillari, risolvono quei morbi che si riferiscono ad una specie di torpore, e però giovano nei mali ribelli, cronici inveterati dei dissesti organici e funzionali dei vasi assorbenti ed esalanti, ecc. Talchè l'uso di esse a ragione si potrebbe estendere ad altre infermità e malori".

E fermiamoci qui, chè a riportare quanto leggiamo sugli Annali Civili del Regno delle Due Sicilie. Fascicolo 87° Maggio e Giugno 1847, non faremmo che ripetere, su per giù, quanto ha detto il Pagano. Dobbiamo aggiungere, però, che parecchie delle nostre acque sono andate perdute coll'andare degli anni, per sprofondamenti tellurici o per le formidabili alluvioni del torrente Bagni. Solo l'acqua di "Caronte" è tuttora intatta e nella quantità e nella qualità e nell'azione terapeutica.


terme1Note:
1) E.Borrello : SAMBIASE - Storia della città e del suo territorio , p.254/261- Temesa editrice s.a.s. (edizione integrata, Roma 1988);
2) L. Pagano : Studi sulla Calabria. Napoli, 1892. Vol.1, Cap.XIV,pagine 104 e seguenti.