Storia antica

La mitologica fronte cornuta dell’Ocinaro (oggi fiume Bagni a Sambiase) nel poema “Alexandra” di Licofrone (330 a. C. circa).

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✍️di Giuseppe Ruberto

Un simbolo può essere bello o brutto, sta all'autore se renderlo comprensibile o creargli attorno un alone di mistero. Ed proprio questo stato di cose che ha sempre suscitato la mia curiosità di ricercatore storico. 

Sono sempre stato convinto a tal proposito che il poema, nella sua composizione letteraria in versi, ha comunque un suo vissuto reale. Qualcuno ha visto, ha poi narrato e successivamente qualcun altro ha ricostruito (usando anche fantasia e simbolismi), tenendo saldi ed immutabili i luoghi dove i fatti si svolsero.
Un esempio in questo senso furono le indicazioni e le descrizioni dei testi omerici dal quale l’archeologo Heinrich Schliemann trovò, presso la collina di Hissarlik, le mura di Troia.
Ove sopperire in questi anni ho integrato la mia ricerca di documenti storici con escursioni proprio nei luoghi citati nei vari testi che descrivono la nostra storia locale.

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Tra le mie curiosità ed interrogativi i versi del poema “Alexandra” del poeta calcidese Licofrone dove il mito della ninfa Ligea viene bagnata dal fiume Ocinaro (oggi Bagni) simboleggiato dallo stesso Licofrone... dalla fronte cornuta: [ E Ligea pertanto sarà sbalzata presso Terina sputando acqua di mare; e i naviganti la seppelliranno nella sabbiosa spiaggia presso le rapide correnti dell’Ocinaro; e questo, forte nume dalla fronte cornuta, con le sue acque bagnerà il sepolcro e tergerà il busto dell’alata fanciulla […]. Altri, stanchi di vagare penosamente di qua e di là, si stanzieranno nel paese di Terina, dove bagna la terra l’Ocinaro versando le sue limpide acque nel mare].
Da una piccola indagine si evince che nella lingua illirico - epirota si riporta che il significato della parola “OCINARO” sta con “Ogig” quale significato di montone e in “inat” quale di furente, collerico. Da qui la simbologia dei versi del poeta Licofrone che lo vuole .. “dalla fronte cornuta!” Un integrazionismo secondo il quale attraverso gli oggetti, situazioni e relazioni sociali emerge il valore simbolico della comunicazione.
La mia curiosità accompagnata dai luoghi e dai documenti hanno fatto il resto! Nelle splendide monete coniate a Terina il nostro fiume Ocinaro viene raffigurato da un anfora (sorretta dalla ninfa Ligea) nella quale sgorga dell’acqua che fuoriesce dalla bocca di un delfino, chiara simbologia iconografica di una fonte sacra.
E se di simbolismi trattasi abbiamo motivo di credere che lo zampillo d’acqua che versa nell'anfora ( l’ Ocinaro) sia il corso d’acqua dei due torrenti Carpinà e Caria che lo hanno formato? Credo che i due nostri fiumiciattoli (all’apparenza innocui) furono più che frutto della fantasia di Licofrone (salvo se il poeta avesse avuto il dono della bilocazione) il racconto trasmesso ai posteri da quel che poteva essere un probabile navigante Acheo che aveva visitato questi luoghi ancor oggi suggestivi.
Tra i soggetti realistici nel poema i nostri due piccoli torrenti e il fiume Bagni-Ocinaro. Non ci sono dubbi. In effetti i primi si uniranno al secondo, ai piedi del piccolo promontorio dove oggi è la contrada Miglierina, formando una biforcazione raffigurando proprio quella fronte cornuta attribuita all'Ocinaro dal poeta calcidese (330 a. C. circa). Mi sembra di poter concludere, presupponendo che all'indomani dei 2346 anni trascorsi dalla stesura di quel poema, i due nostri torrentelli, Carpinà e Caria, furono probabilmente parte integrante di quel poema essendo a quanto pare la testa (fronte cornuta) di quel fiume furente e collerico le cui sue acque bagneranno il sepolcro e tergeranno il busto dell’alata fanciulla [..].