Fatti e personaggi del '900

Amelia Colavita alias Donna Popa - a mammana di Sambiase

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donna popa1SAMBIASE - All'infaticabile ‘Donna Popa’ intitolata una strada(1)
"Una strada intitolata a una “mammana”. L’ha deciso l’amministrazione comunale che ha scelto una via nei pressi del Palasparti. Porterà il nome dell’ostetrica Amelia Colavita, conosciuta come “donna Popa”. Una “mammana” che per difendersi da agguati e insidie in tempi difficili, nella sua borsa degli attrezzi nascondeva una pistola carica. La via si trova nel quartiere di Sambiase, zona via Marconi.

È in questo centro, a quell’epoca considerato Comune autonomo, che “donna Popa” fece nascere quasi 11 mila bambini in oltre cinquant’anni di onorato servizio.
Amelia Colavita, che riceve per il suo attaccamento al lavoro una medaglia d’oro dall’amministrazione municipale ed una dal Collegio provinciale delle ostetriche, è figlia di Giovanni tipografo di Nicastro, e nasce nell’allora comune di Sambiase il giorno della Befana del 1897.

Dopo aver frequentato il ginnasio a Nicastro, si iscrive ad ostetricia a Catanzaro. Conseguito il diploma inizia a svolgere la sua attività a Carlopoli dove rimane per circa quattro anni. Quindi ritorna a Sambiase dove si dedica alla sua professione con particolare cura raggiungendo anche le zone più impervie, per quegli anni, dell’area montana della città percorrendo, di giorno e di notte, con il freddo o con il caldo, a piedi o con l’asino o con la bicicletta, strade buie e dissestate.

«Donna Popa», appellativo che eredita dalla madre Ippolita Paladino di nobili origini, spesso per il suo lavoro entra in case molto povere. È qui, più che in ogni altro luogo, che viene fuori la sua umanità: spesso porta con sè le lenzuola dei suoi figli e ne fa dei pannolini per i neonati. Una passione vera e propria, quella per il suo lavoro, che Amelia Colavita non tradisce mai, fino a cinque anni prima di morire,facendo nascere il “suo” ultimo bambino all’età di 83 anni.

Una donna tenace e determinata, che in borsa tra forcipi e pinze, porta anche una piccola pistola che, visto il rispetto che la città ha per lei, non è mai costretta ad usare. Un pezzo importante, quindi, per la storia locale che il Comune vuole sottolineare ricordando chi con sacrifici e dedizione ha contribuito alla crescita della città ".

 

(1) da Gazzetta del Sud del 8/10/2008

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Ci ha scritto tempo addietro Luigi G.Liparota nipote dell'arzilla Donna Popa all'anagrafe Amalia Colavita: " Erano tempi duri per una donna vedova (la madre Ippolita) crescere delle figlie femmine, anche se di buona famiglia le donne raramente studiavano per fare carriera, mentre questa donna dallo sguardo severo ha insistito perche’ studiassero e si diplomassero o laureassero.

Si racconta un aneddoto su donna Popa che in realtà è successo veramente, mi è stato più volte raccontato anche da lei personalmente. Quando andava al ginnasio o al liceo un professore molto giovane si innamorò di una sua compagna anch'essa di Sambiase e poichè si andava a scuola a piedi da Sambiase a Nicastro un giorno questo professore tentò lungo il tragitto di rapirla o comunque di portarla via senza il suo consenso, l'amica disperata gridava ad Amelia di aiutarla e lei prontamente si sciolse i capelli che portava raccolti estraendone una pistoletta da donna regalatagli da suo zio Francesco Paladino comandante dei Carabinieri della stazione di Sambiase ed esplose uno o due colpi che passarono in mezzo alle gambe del professore senza però colpirlo.

foto archivio di famiglia Colavita-LiparotaIl professore se la diede a gambe e denunciò l'accaduto omettendo però i motivi per cui le cose si erano svolte. Amelia fu espulsa da tutte le scuole del Regno e per un periodo non andò più a scuola finchè lo zio prima menzionato non fece luce e la fece riammettere. Naturalmente dovette restituire l'arma allo zio, anche se le lezioni di tiro continuarono sempre sotto la sua supervisione. I fatti sembrano descrivere un romanzo, ma assicuro che sono veri.

Nella foto del 1924 sono state immortalate donna Popa con le rispettive sorelle e la madre vedova. Indico i nomi della famiglia Colavita a partire da sinistra: Ersilia, Viola, la matriarca Ippolita Paladino, Amelia e Italia.
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Noi del sito web sambiase.com la vogliamo ricordare attraverso i versi della poesia di Salvatore Borelli


Donna Amalia
'N Paradisu mù si trova!
Quantu beni ha siminàtu!
Ppìmmu 'n'a riscurdamu...è 'nu piccàtu.
'Mpena a chjàmava curria!
S'incruccava llu spòrvaru e partìa,
ccu ciùcci, bricichètti e ccu doròti,
a ppèdi, nivicàndu, quantu vòti!
Nd'ha varcàtu trèmpi e vallùni,
'a tùfha 'un s"a scurdàva, era 'nu masculùni!
Chisà quantu fhìmmini ha ffattu sgravàri!
Quantu stilli c'è 'n cìalu, si pùanu cuntàri?

Senza tinàgli e curtìalli arruzàti, tirava lli criatùri 'ntr"e cirmìalli, ...cumu patàti!
E ppùru a Ili tri jùarni èranu sani... Jìanu a llu jùmmi o 'mpastàvanu 'u pani.
Cci ndi prujìanu vacìli scurciàti, pannìzzi e fassalùari 'ngallicàti!
Ma donna Pòpa 'un dissi mai nènti, ppircchì capiscìa llu bisùagnu d"a genti.
Fhù 'na mammà amurusa, caritatèvuli....pacinzziùsa.

All'ùrtimu cchi nd'ebbi?
'Na smiraglièlla d'òru!
'Mbèci si, ammiritàva 'nu trisòru...

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