Storia antica

Memorie storiche di monete greche e briganti sul Monte Mitoio

di Giovanna De Sensi Sestito


Accompagnata da Luigi Serafino Gallo, presidente dell’Associazione Quaranta Martiri, mercoledì 3 aprile (2019) sono andata in località Polveracchio: si tratta di un pianoro sommitale a 865 m di altitudine, poco al di sotto della vetta del Monte Mitoio (m1003 s.l.m.). Vi si arriva dopo aver oltrepassato l’abitato di Acquafredda, frazione montana di Sambiase, ora di Lamezia Terme. La località è nota nella letteratura scientifica per il ritrovamento casuale il quel luogo nel 1959 di un importantissimo tesoretto di monete di argento, il più antico fra quelli ritrovati finora databile intorno al 520 a.C.

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Quando nacque Sambiase?

Lo stemma delle Torri simbolo dell'antico nome di SambiaseDa Due Torri a S.Biagio - "Sambiase"
di Enrico Borrello

Caduto l’Impero romano d’Occidente, la nostra terra, il Bruzio, passò al governo di Bisanzio,sotto il quale rimase, in massima parte, fino alla conquista dei Normanni nel secolo XI, con le caratteristiche fiscali e militari. In sette secoli di dominio, Roma aveva quasi latinizzato la Calabria.

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Le grotte del monte Sant'Elia e il tesoretto d'Acquafredda

seliaLa presenza umana sul nostro territorio molto probabilmente ci riconduce al periodo neolitico. Questo grazie al materiale protostorico ritrovato nelle grotte del monte Sant'Elia. Tra il 1914 ed il 1923, Paolo Orsi nel svolgere a più riprese la ricognizione sul nostro territorio in particolare nell’area carsica del monte S.Elia ebbe il modo di registrare nel suo taccuino il ritrovamento ed il recupero da parte dei carabinieri di materiali fittili protostorici riferibili secondo il suo giudizio all' età neolitica.

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Il Tesoro di S.Eufemia

Il Tesoro di S.Eufemia(a)

di Roberto Spadea della Sovrintendenza Archeologica della Calabria

tesoroÈ trascorso più di un secolo dal giorno 8 aprile del 1865, allorquando, come racconterà vent'anni dopo Antonio Francica, erede legittimo di Pasquale, vennero ritrovati in circostanze del tutto fortuite i gioielli, noti agli archeologi come «Tesoro di Santa Eufemia». La scarna narrazione di Antonio Francica, vicina allo stile asciutto della cronaca, accompagna un libretto con fototipie dei monili, libretto che egli pubblicò come catalogo di vendita di quell'eccezionale complesso.

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